JUDO – A Parigi l’allenatore d’Israele è Smadja, medaglia olimpica nel 1992

«Abbiamo una medaglia olimpica!», urlava di gioia nel 1992 il commentatore della televisione pubblica israeliana, salutando il successo del judoka Oren Smadja alle Olimpiadi di Barcellona. Dopo cinque ippon consecutivi (corrispettivo del ko per il pugilato), Smadja era entrato nella storia dello sport israeliano, conquistando il bronzo ai Giochi in Spagna. Primo atleta maschio d’Israele a vincere una medaglia alle Olimpiadi. Secondo in assoluto, dopo il successo del giorno precedente della collega Yael Arad, che sullo stesso tatami aveva conquistato l’argento. “Gli eroi di Barcellona” fu il titolo dei giornali all’indomani delle loro vittorie. Tornati in patria, Smadja e Arad furono celebrati da folle di persone. Il loro esempio aprì le porte a una nuova stagione del judo israeliano. Centinaia di ragazzi iniziarono a vestire il kimono da judoka e a sfidarsi sul tatami. L’arte marziale si consolidò tra le discipline più vincenti per Israele, regalando negli anni grandi soddisfazioni. E anche per le Olimpiadi di Parigi le aspettative sono alte. Non mancano i judoka che possono aspirare a una medaglia. Smadja ci arriverà da allenatore della squadra maschile, ma con un grave lutto sulle spalle. Il figlio Omer (nell’immagine), 25 anni, sergente dell’esercito, è morto nell’esplosione di un ordigno mentre era in missione a Gaza. Una notizia recapitata all’ex campione nel giorno del suo 54esimo compleanno.
«Caro Oren, sei un grande allenatore e un grande sportivo. Hai educato e formato intere generazioni di atleti all’eccellenza, portando la bandiera israeliana con orgoglio. Tuo figlio rappresenta per tutti noi un esempio». Così il Comitato olimpico israeliano nell’esprimere a Smadja il dolore e il cordoglio per la morte di Omer, caduto assieme al sergente Saadia Yaakov Derai, 27 anni.
L’amica e collega Arad, che in quel lontano 1992 condivise la gioia della medaglia olimpica, oggi ammette «di non riuscire a esprimere il mio immenso dolore. Ho il cuore in frantumi». Un cordoglio condiviso da un altro campione di judo, Sagi Muki. Nel 2016, allenato da Smadja, Muki ha conquistato il bronzo alle Olimpiadi di Rio. Da sempre vicino alla famiglia dell’allenatore, ha ricordato come «Omer sin da bambino era energico e pieno di vita. Servire nell’esercito era molto importante per lui. Lì si è trasformato in un uomo. Il mio cuore è con la famiglia Smadja».