RUSSIA – Al via il processo farsa contro Gershkovich

È iniziato nella città russa di Ekaterinburg il processo contro il giornalista Evan Gershkovich, accusato dalle autorità di Mosca di spionaggio.
Porte chiuse nella prima udienza del procedimento intentato nei confronti dell’inviato speciale del Wall Street Journal, che se condannato rischia fino a 20 anni di carcere. «Falsely Accused WSJ Reporter Evan Gershkovich in Court for Secret Trial», titola il quotidiano statunitense nell’apertura della sua home page, denunciando l’ennesima lesione dei diritti fondamentali nella Russia putiniana. In un breve video Gershkovich appare provato per la detenzione, imprigionato dentro una gabbia di vetro e metallo. I giornalisti sono stati ammessi soltanto ai primi 15 minuti dell’udienza. Poi sono arrivate le porte chiuse.
Gershkovich, 32 anni, è incarcerato dal marzo del 2023. Ogni campagna internazionale per la sua liberazione non ha prodotto finora effetti. Per lui si è speso tra gli altri Pinchas Goldschmidt, il presidente della Conferenza dei rabbini europei ed ex rabbino capo di Mosca, costretto a lasciare la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Poco dopo il suo arresto il rav aveva invitato ogni ebreo nel mondo a riservargli idealmente una sedia libera al Seder di Pesach, la cena della Pasqua ebraica che per la prima volta Gershkovich sarebbe stato impossibilitato a celebrare assieme ai suoi cari. Alludendo anche alla sua vicenda, di recente il presidente dei rabbini europei ha denunciato: «Il terrore del periodo stalinista è tornato». Per il dipartimento di Stato americano, le accuse rivolte a Gershkovich hanno «credibilità zero».