UE – Israele aspetta Kallas agli Esteri e non rimpiange Borrell

Se confermato nelle prossime 48 ore, il nuovo Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri sarà la prima ministra estone Kaya Kallas. Un nome accolto positivamente a Gerusalemme viste le posizioni espresse da Kallas su Israele e sul conflitto contro Hamas.
Sostenitrice della soluzione dei due stati per due popoli e preoccupata per la situazione umanitaria a Gaza, la premier estone ha più volte ribadito il diritto d’Israele all’autodifesa, oltre a condannare i massacri di Hamas del 7 ottobre. Durissima contro la Russia di Vladimir Putin, in generale le sue posizioni sul Medio Oriente sono considerate moderate, sottolinea ynet. In ogni caso, commenta il quotidiano israeliano, «quasi qualsiasi sostituto di Josep Borrell (attuale Alto rappresentante), alla luce delle sue posizioni fortemente critiche, rappresenta un miglioramento per Israele».
Per quanto riguarda Gerusalemme, «Kallas presenta una posizione equilibrata sulla guerra», ha commentato a Israel Hayom, Eyal Robinson, esperto di relazioni internazionali. «È simile alla posizione della linea centrista delle istituzioni Ue e in contrasto con quella di Borrell. Kallas ha sostenuto il diritto di Israele a difendersi senza compromessi e ha condannato l’attacco del 7 ottobre. Allo stesso tempo, ha sottolineato in più occasioni la questione umanitaria degli abitanti della Striscia di Gaza e la necessità di trovare una soluzione al rischio di una crisi alimentare».
Dopo il 31 ottobre, quando scadrà il mandato dello spagnolo Borrell, il nuovo Alto rappresentante potrà aiutare a superare alcuni contrasti e incomprensioni tra Ue e Israele, spiega Robinson.
Nel mentre però lo scontro persiste, come dimostrano le dure prese di posizione del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz su Borrell. «Ha scelto di comportarsi in modo ossessivo contro lo Stato d’Israele, per ostilità personale e politica», ha accusato Katz in un’intervista all’emittente N12. «Ha cercato di negare a Israele il diritto di autodifesa nonostante i terribili crimini commessi da Hamas il 7 ottobre» e «di imporre una decisione su un cessate il fuoco unilaterale che avrebbe ostacolato la possibilità di liberare gli ostaggi». «Siamo lieti che i nostri amici nell’Unione abbiano sventato le sue manovre contro Israele», ha affermato il ministro. Per poi aggiungere che senza Borrell, «potremo continuare a lavorare insieme ai nostri numerosi amici nell’Ue per riportare a casa gli ostaggi e sconfiggere Hamas, rafforzare e intensificare i legami, e promuovere ulteriori sanzioni contro l’Iran e l’asse del male dell’Islam estremista».

Vertice sì ma su Gaza no

Parole specchio di una tensione diplomatica aggravatasi negli anni, il cui ultimo capitolo è stata la richiesta del capo della diplomazia di Bruxelles di convocare il Consiglio di associazione UE-Israele. Si tratta di un incontro parte dell’accordo stipulato tra l’Unione europea e Gerusalemme nel 1995 ed entrato in vigore nel 2000. Un’intesa che regola le relazioni bilaterali in molti ambiti, dalla cooperazione industriale a quella energetica, fino al dialogo politico. «Siamo felici di convocare un Consiglio di associazione regolare in cui, come con qualsiasi altro paese, discutiamo di tutti gli elementi delle relazioni bilaterali UE-Israele, compresi il commercio, l’istruzione e la cultura… così come di temi legati ai diritti umani e alla guerra», ha replicato la missione israeliana a Bruxelles. Un chiaro no a un vertice speciale incentrato sulla situazione a Gaza.
In una recente missione in Ungheria, Katz è tornato sulla questione, annunciando che la riunione del Consiglio di associazione si terrà quando alla presidenza del Consiglio Ue ci sarà il governo di Viktor Orban. Ovvero dopo il 1 luglio. «La presidenza ungherese rappresenta un’opportunità senza precedenti per migliorare la posizione di Israele nell’Unione europea», ha sostenuto Katz.