TOUR DE FRANCE – La squadra israeliana al tempio a Firenze nel segno di Bartali

La partenza del Tour de France, al via quest’anno da Firenze, è dedicata a Gino Bartali. Nel nome del campione toscano, proclamato “Giusto tra le Nazioni” nel 2013 per l’aiuto offerto agli ebrei perseguitati, si corse già nel 2018 a Gerusalemme in occasione dell’atto inaugurale di un Giro d’Italia indimenticabile, transitato poi da Haifa, Tel Aviv ed Eilat e conclusosi tre settimane dopo a Roma. Bartali vinse entrambe le corse a tappe. Il Tour due volte (1938, 1948), il Giro tre (1936, 1937, 1946). Senza la Seconda guerra mondiale nel mezzo il palmares avrebbe potuto essere ancor più ricco.
Aspetti sportivi e umani, entrambi speciali, si sono intrecciati all’ombra della sinagoga di Firenze nel corso di una rievocazione delle gesta di “Ginettaccio” organizzata dalla Israel Premier Tech, la squadra professionistica israeliana che partecipa quest’anno al suo quinto Tour consecutivo. Sylvan Adams, il patron, ha ricordato l’importanza di trarre una lezione dal suo esempio di vita, dall’altruismo disinteressato dimostrato allora. «È una storia che non ci stancheremo mai di ricordare», ha detto Adams. Al suo fianco Ron Baron, l’altro proprietario del team, insieme a Gioia Bartali in rappresentanza della famiglia del campione “Giusto” e al presidente della Comunità ebraica Enrico Fink.
In conclusione di evento una duplice, toccante testimonianza. La Israel Premier Tech ha portato con sé due superstiti del 7 ottobre, originari del kibbutz Be’eri. Sharon Shabo e Avida Bachar sono entrambi ciclisti dilettanti. Dal 7 ottobre la loro vita è cambiata per sempre: nell’attacco terroristico Bachar ha perso la moglie, un figlio e una gamba. Tornerà in queste ore a pedalare, a Firenze, con l’ausilio di una protesi.
Durante l’iniziativa, condotta dal giornalista della redazione Ucei Adam Smulevich, è stato anche letto un messaggio del console onorario d’Israele Marco Carrai. Presente in sinagoga la squadra al completo, ormai pronta a inforcare le strade del Tour con l’obiettivo dichiarato di una vittoria di tappa: dal veterano danese Jakob Fuglsang, medaglia d’argento su strada alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, all’esordiente canadese Derek Gee. L’anno scorso Gee vinse il premio come ciclista più combattivo del Giro d’Italia. Per tutti un propiziatorio brindisi finale, organizzato dalla Comunità ebraica insieme all’associazione Italia-Israele, aperto dall’augurio ebraico LeChaim. «Alla vita!».

(Foto: Noa Arnon)