ISRAELE – Una notte di festa per scacciare la paura

La guerra contro Hamas prosegue, con operazioni in diverse aree della Striscia di Gaza, in particolare nel sud, a Rafah. La preoccupazione per il nord e un possibile conflitto con Hezbollah crescono di giorno in giorno. Da 266 giorni la preoccupazione per il futuro in Israele è una costante.
«Ogni giorno che passa il dolore cresce come una ferita che si rifiuta di guarire», ha spiegato dal palco Nimrod Arnoni, uno dei fondatori del Festival musicale Nova. Davanti a lui, nove mesi dopo l’attacco di Hamas, c’erano circa 35mila persone, radunate al parco Yarkon di Tel Aviv per commemorare le stragi del 7 ottobre e per lanciare un appello per il rilascio degli ostaggi. Ma anche per ricordare che la vita, nonostante l’orrore, continua. «Quel sabato di inizio ottobre, la nostra luce è stata messa alla prova. Una prova che non pensavamo di dover affrontare nemmeno nei nostri peggiori incubi». I terroristi, ha aggiunto Arnoni, «possono farci del male, ma non potranno mai sconfiggerci. Siamo stati più forti di loro, e così sarà per sempre». E per questo «danzeremo di nuovo».
Dopo di lui si sono esibiti alcuni dei più importanti artist israeliani. «L’atmosfera dietro le quinte era gioiosa ed energica, ma l’immensa tristezza è rimasta una costante», racconta il quotidiano Maariv. «Da un lato, è stato un grande concerto, un vero festival pieno di vita. Dall’altro, tutti ricordiamo lo scopo di questo raduno e sappiamo che non sarà mai completo finché le 120 persone ancora tenute prigioniere a Gaza non saranno rilasciate».
Sul palco a Tel Aviv, oltre a cantanti, musicisti e dj, sono saliti anche alcuni parenti di ostaggi e di vittime del 7 ottobre. Come Iris Ben-Lulu, il cui figlio venticinquenne Orel Abuhatzira è stato assassinato al festival. «È molto commovente tutto questo, sono sicura che i nostri figli sono orgogliosi di noi», ha affermato Ben-Lulu per poi esibirsi assieme alla cantante Zehava Ben.
«Sono tante le emozioni che si scontrano tra loro oggi», ha raccontato a ynet Shalev Biton, 25 anni, sopravvissuto alla strage al Nova Festival di Reim. «Vorrei dire che è una vittoria, ma non si può. Il 7 ottobre solo al Festival 350 persone sono state. Quindi non voglio parlare di “vittoria”, ma è come se girassimo pagina. I terroristi non hanno vinto. In definitiva, eccoci qui, nove mesi dopo, a ballare insieme e nessuno ci fermerà. Non dico che balleremo ancora, perché stiamo ballando proprio ora».