SUDAFRICA – Per benedire il governo il rabbino si ispira a Ben Gurion
Il rabbino capo del Sudafrica Warren Goldstein è stato uno dei leader religiosi invitati a benedire l’insediamento del nuovo governo di unità nazionale guidato dal presidente Cyril Ramaphosa. Si è presentato con il nastrino giallo che ricorda gli ostaggi appuntato sul bavero e ha benedetto il governo, non il presidente in sé, chiedendo protezione per tutte le persone perbene “rispettose della legge” e “timorate di Dio” e incoraggiando gli investimenti, la crescita dell’economia, la creazione di lavoro e l’eliminazione della disoccupazione, invitando tutti i membri del governo a usare il loro potere per un Sudafrica pacifico e prospero. Sul South African Jewish Report, Nicola Militzt ha osservato che è stata la prima volta dopo diversi mesi che il rabbino capo si è rivolto pubblicamente ai politici: non era stato invitato a pregare durante il raduno elettorale dell’ex partito al governo, l’African National Congress (ANC), e per mesi i rapporti tra i membri della comunità ebraica e l’ANC, in seguito al massacro di Hamas del 7 ottobre dello scorso anno e alla posizione anti israeliana assunta, sono stati tesi. Per poi peggiorare quando il Sudafrica ha portato Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia, con l’accusa di genocidio. Il nastro giallo del rabbino era in netto contrasto con la kefiah indossata dal leader del Consiglio giudiziario musulmano durante la sua preghiera.
Goldstein ha dichiarato di essersi trovato in diffcoltà: «Da un lato, il nuovo governo di unità nazionale del Sudafrica rappresenta la migliore prospettiva per il successo del nostro Paese: sviluppo economico, stabilità politica, riduzione della povertà e miglioramento della vita di oltre 60 milioni di sudafricani. Dall’altro, comprende un presidente e un partito antagonisti di Israele». Per cercare di rispondere ha scelto di ispirarsi all’esempio di David Ben Gurion quando nel 1939 il governo britannico pubblicò il famigerato Libro bianco che limitava l’immigrazione ebraica in Israele e abbandonava di fatto gli ebrei europei allo sterminio. Allo scoppio della guerra, Ben Gurion dovette decidere se arruolarsi nell’esercito britannico e sostenere il governo il cui Libro Bianco aveva portato gli ebrei al massacro, oppure rifiutarsi di arruolarsi nell’esercito britannico e rafforzare la Germania nazista. «Ben Gurion decise di abbracciare la contraddizione, rispondendo così: ‘Combatteremo con gli inglesi contro Hitler come se non ci fosse il Libro Bianco, e combatteremo il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra’».
«Come Ben Gurion», ha spiegato Goldstein, «dobbiamo abbracciare la contraddizione: sostenere gli sforzi del governo di unità nazionale per migliorare la vita di 60 milioni di sudafricani e allo stesso tempo opporci apertamente e con veemenza alla posizione del governo sudafricano su Israele».