FRANCIA – Tra i due estremismi, gli ebrei pensano all’aliyah

Sempre più ebrei pensano di lasciare la Francia e trasferirsi in Israele. Chi si occupa di aliyah (emigrazione in Israele) da tempo parlava di questa tendenza, dovuta soprattutto all’esplosione dell’antisemitismo nel post 7 ottobre. Ora, i risultati del primo turno delle legislative in Francia rappresentano «un ulteriore passo» verso una possibile emigrazione in massa. Lo ha dichiarato al Times of Israel, Ariel Kandel, direttore generale dell’associazione Quelita che si occupa di facilitare l’aliyah dalla Francia.
Circa 50mila ebrei transalpini stanno prendendo in seria considerazione di lasciare il paese, spiega Kandel. Questo anche a causa dell’affermarsi in politica dell’estremismo: a destra con il Rassemblement National, netto vincitore del primo turno alle legislative, e del rafforzarsi a sinistra de La France Insoumise. Contro questi due partiti il Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche francesi (Crif) ha per settimane lanciato l’allarme. «Una buona parte dei francesi difende il quadro repubblicano che rifiuta gli estremismi: da un lato il progetto nazionalista populista del Rn, dall’altro l’antisemitismo de La France Insoumise», aveva dichiarato il presidente del Crif, Yonathan Arfi, a Le Monde prima del voto. Le urne però hanno premiato il partito di Marine Le Pen e, spiega Kandel, molti ebrei sono preoccupati della direzione che con Rn potrebbe prendere il paese. Peggio ancora, aggiunge il direttore di Quelita, verrebbe vissuta un’affermazione dell’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Se la sua La France Insoumise – ritenuta dal 92% degli ebrei transalpini apertamente antisemita – dovesse arrivare al potere, «allora parleremmo di un fattore di spinta ancora maggiore» per l’aliyah.
Nel mentre i dati raccontano già di un possibile aumento delle emigrazioni in Israele. Secondo l’Agenzia ebraica, ente per la gestione dell’immigrazione nello stato ebraico, nel 2023 dalla Francia 1000 persone sono emigrate in Israele. Nel 2024, nonostante la guerra a Gaza e il pericolo di un conflitto nel nord con Hezbollah, sono già state presentate 4mila domande. Numeri ancora contenuti, sottolineano dall’Agenzia ebraica, ma segno di un desiderio sempre più forte di lasciare la Francia.
A riassumere i sentimenti di molti, le parole di Zvi Ammar, presidente della Comunità ebraica di Marsiglia, all’emittente Cnews. «In ogni casa ebraica ci si chiede: “Noi, come ebrei, abbiamo ancora un futuro in Francia?” È un interrogativo molto angosciante. Quando le persone si sentono minacciate e in pericolo, pensano di andare altrove. Oggi la gente si sente più sicura in Israele, anche se è un paese in guerra».

(Nell’immagine il presidente del Crif, Yonathan Arfi, alla manifestazione contro l’antisemitismo organizzata il 12 giugno scorso a Parigi – Foto Crif)