REGNO UNITO – Brighton capitale dei nastri gialli per gli ostaggi

Sugli alberi, le panchine, i corrimano, e le porte di Brighton e Hove da settimane compaiono dei nastri gialli. Sono il segnale che per le strade della città dell’East Sussex, gli ostaggi israeliani rapiti daHamas non sono stati dimenticati. L’iniziativa, spiega l’associazione Yellow Ribbon di Brighton, è nata «per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli ostaggi detenuti e non permettere che vengano dimenticati» Un tema, affermano i promotori, «che ci sta molto a cuore, perché alcuni membri della nostra comunità di Brighton e Hove hanno parenti ancora prigionieri e altri brutalmente uccisi il 7 ottobre».
Per ricordare il destino di centinaia di persone si è scelta la strada simbolica del nastro giallo. Un gesto condiviso in tutto il mondo, associato per la prima volta alla richiesta di liberazione di ostaggi nel 1979. In quel caso ad essere sequestrati furono i 52 dipendenti dell’ambasciata americana, tenuti prigionieri dagli studenti iraniani durante la rivoluzione khomeinista. La loro prigionia durò 444 giorni. Quella dei 126 ostaggi israeliani ancora in mano a Hamas è già arrivata a 270. Nove mesi in cui Adam Ma’anit, residente a Hove, non ha mai smesso di pensare a suo cugino Tsachi Idan. Il 7 ottobre i terroristi palestinesi hanno trascinato Tsachi via dalla sua casa nel kibbutz Nahal Oz, dopo aver assassinato sua figlia Maayan. La ragazzaaveva appena compiuto 18 anni, ha ricordato Ma’anit in una recente commemorazione organizzata a Brighton con il rabbino capo del Regno Unito, rav Ephraim Mirvis. «I palloncini della sua festa di compleanno erano ancora in casa quando i terroristi sono entrati» Dopo l’irruzione degli uomini di Hamas, Mayaan «ha cercato di aiutare suo padre a tenere chiusa la porta. Le hanno sparato in testa e lei è morta tra le sue braccia. Aveva appena iniziato la sua vita da giovane adulta quando è stata crudelmente uccisa. Tsachi è stato trascinato via dai terroristi con il sangue di sua figlia ancora sulle mani e sui vestiti, mentre cercava disperatamente di salvarle la vita».
Per non dimenticare questa tragedia e tutte le vittime del 7 ottobre, Ma’anit e la moglie Heidi Bachram hanno iniziato la loro campagna di sensibilizzazione a Brighton e Hove. Oltre a segnare alcuni luoghi con il nastro giallo, hanno creato un piccolo memoriale commemorativo. Da settimane Ma’anit, la moglie e altri amici si trovano qui e ricordano il nome di una vittima. «Lo facciamo ogni sera con una funzione”, ha raccontato al sito Jewish Chronicle Ma’anit. «Il memoriale è frequentato da molti visitatori diversi e spesso veniamo ringraziati per la sua presenza, perché è un luogo in cui possiamo stare tutti insieme e piangere le vittime del 7 ottobre. È diventato un punto di riferimento per la città».

d.r.