ISRAELE – Il capo del Mossad parte per Doha, spiragli per un accordo
Mentre a Londra il laburista Keir Starmer ottiene l’incarico di nuovo primo ministro del Regno Unito, da Gerusalemme arrivano le congratulazioni. Il primo a esprimersi è stato il presidente d’Israele Isaac Herzog. «Non vedo l’ora di lavorare insieme a lui e al suo nuovo governo per riportare a casa i nostri ostaggi, per costruire un futuro migliore per la regione e per approfondire la stretta amicizia tra Israele e il Regno Unito», ha commentato Herzog. Anche il premier Benjamin Netanyahu si è unito agli auguri a Starmer, dicendosi fiducioso di poter lavorare insieme «per far progredire il duplice obiettivo della sicurezza e della pace».
A fare qualche passo avanti intanto sono le trattative tra Israele e Hamas per una tregua in cambio della liberazione degli ostaggi. Netanyahu e il suo gabinetto di sicurezza hanno approvato l’invio di una delegazione a Doha, guidata dal capo del Mossad David Barnea, per discutere una nuova proposta formulata dal gruppo terroristico. Secondo alcune fonti dell’agenzia Reuters a Gerusalemme, quest’ultimo piano «include una svolta molto significativa» nelle richieste di Hamas. Non c’è più ad esempio la pretesa di un totale ritiro militare da Gaza già nella prima fase dell’accordo (diviso, secondo la proposta americana, in tre passaggi).
«Un mese fa ero pessimista sulle nostre possibilità di raggiungere un accordo in tempi brevi», ha dichiarato il ministro della Difesa Yoav Gallant alle famiglie di alcuni ostaggi. «Oggi, e lo dico con cautela, siamo più vicini che mai». Da Tel Aviv in queste ore, dove è in corso una manifestazione dei parenti dei rapiti, la richiesta al governo è di fare presto. A sfilare, tra gli altri, c’era Shira Albag, madre della diciannovenne Liri, rapita il 7 ottobre. «Ogni madre sa cosa significa affrontare una gravidanza», ha affermato Albag. «Ho portato in grembo Liri per nove mesi. E da nove mesi mia figlia è lì (a Gaza), a fare i conti con il buio dei tunnel, la mancanza d’aria e la nostalgia di casa». Ora che c’è un nuovo accordo sul tavolo, ha dichiarato la donna, il premier Netanyahu «deve mostrare leadership e coraggio e firmarlo».
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha però minacciato di abbandonare la coalizione in caso di firma dell’intesa. Secondo quanto riportano i media locali, Ben Gvir ha accusato Netanyahu di tenere riunioni a porte chiuse con il ministro della Difesa Gallant e i capi della sicurezza, tenendolo all’oscuro delle decisioni. «Le dico, primo ministro, che se prende una decisione da solo, la responsabilità è sua e rimarrà solo».