FRANCIA – Il Gran Rabbino: Nuovi modi di lavorare insieme
Impossibile dirsi «sollevati» con il Rassemblement National alla conquista di spazi sempre più significativi nella scena pubblica nonostante la sconfitta e la France Insoumise «che grida vittoria, pur avendo ottenuto meno parlamentari della passata legislatura». Invita comunque alla speranza, una speranza incarnata nella difesa senza quartiere dei valori repubblicani, il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia. Parlando ai microfoni dell’emittente ebraica Radio Shalom che l’ha interpellato per un commento sulle elezioni, la più importante autorità rabbinica del paese riconosce: «Ci attende un tempo di incertezza». Eppure, ciò premesso, «non c’è nessun motivo per lasciarsi prendere dal panico». Il cauto ottimismo del rav deriva soprattutto dalla convinzione che «nessuno si alleerà con la France Insoumise» del populista di sinistra Jean-Luc Mélenchon, figura invisa ai suoi stessi alleati.
Korsia prevede che «il governo nascerà dall’accordo tra persone ragionevoli, con a cuore la Repubblica». Non menziona in modo esplicito l’assetto auspicato, ma rileva comunque la presenza nell’assemblea nazionale di «330-340 deputati» appartenenti a forze non estreme e sul quale il futuro esecutivo potrà contare. Considerazione dalla quale si deduce la speranza del rav di una larga intesa tra macroniani, sinistra non estrema, destra gollista. Fuori da questo perimetro un blocco populista in cui, denuncia Korsia, siederanno riconosciuti antisemiti e persone «che non sono state capaci di qualificare come atti terroristici gli attacchi del 7 ottobre».
Il rischio di un governo a trazione Mélenchon non sembra concreto. Ma guai a sedersi sugli allori per lo scampato pericolo, fa capire il rav. Il tema della “ribellione” è d’altronde una costante della storia umana, non sempre alimentata a fini nobili come si evince dal riferimento fatto dal rav alla parashah di Korach letta nelle sinagoghe lo scorso Sabato. Fu la demagogia, altro tema senza tempo, a nutrire allora l’azione di Korach e altri notabili contro la leadership di Mosè e Aron. Tornando al presente, il rav osserva: «Bisogna rifondare un sistema, trovare nuovi modi di lavorare insieme. E quindi rafforzare la discussione, la mediazione, l’ascolto dell’altro. Questo migliorerà la vita dei francesi».