ISRAELE – Settimana della bontà per gli ostaggi

Dal volontariato allo studio della Torah, dalla beneficenza alla preghiera: una settimana di buone azioni per «inondare di bontà il nostro mondo distrutto e portare quanta più luce possibile in questo periodo buio». È l’iniziativa Week of Goodness (14-21 luglio) lanciata dai genitori del ventitreenne Hersh Goldberg-Polin, cittadino israeliano e americano da 277 giorni in mano ai terroristi di Hamas.
«Vogliamo che gli ostaggi tornino a casa in un mondo migliore e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte», affermano in un breve video Rachel Goldberg-Polin e il marito Jon Polin. Dal 7 ottobre sono diventati un simbolo della lotta dei parenti dei rapiti per riavere i loro cari a casa. Insieme i coniugi Goldberg-Polin sono stati ritratti sulla copertina del Time sotto il titolo «L’incubo degli ostaggi». In questi nove mesi hanno parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e altri capi di stato e di governo. Da Ginevra a New York, Rachel è intervenuta davanti ai rappresentanti Onu per chiedere una cosa semplice: «voglio solo riabbracciare il mio unico figlio».
Come le famiglie degli altri 116 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, «abbiamo raggiunto i confini della terra per fare tutto il possibile per aiutare i nostri cari. Ma non abbiamo ancora ottenuto il risultato», spiegano Rachel e il marito Jon, chiarendo di non aver nessuna intenzione di desistere. Anzi, il loro impegno vuole essere propositivo. Da qui l’iniziativa della «settimana della bontà», ideata seguendo il principio ebraico del Tikkun Olam (riparazione del mondo) con diversi eventi in Israele e online.
Tra le iniziative, una 24 ore di studio del Pentateuco, due giorni di volontariato in Israele, la compilazione e l’ingresso di un nuovo Sefer Torah nella sinagoga di Gerusalemme frequentata dalla famiglia di Hersh. «Anche chi è lontano può partecipare a questa settimana», spiegano i coniugi Goldberg-Polin. Ad esempio «accedendo una candela per gli ostaggi o recitando per loro una preghiera». Ma anche «donando abiti a chi ne ha bisogno; pulendo una spiaggia vicino casa; chiamando qualcuno che vi è caro».