USA – L’Iran dietro all’antisionismo: le contromisure
Il regime di Teheran ha cercato in questi mesi di fomentare le proteste contro Israele negli Stati Uniti. In alcuni casi si è spinto fino a fornire sostegno finanziario ai manifestanti propalestinesi. Lo ha denunciato la Casa Bianca, spiegando come Teheran da mesi cerchi di approfittare delle contestazioni alla guerra a Gaza per creare disordini e scontri nella società americana. La strada preferita per questa campagna d’istigazione sono le piattaforme social. «Abbiamo osservato elementi legati al governo iraniano che si spacciano per attivisti online, cercando di incoraggiare le proteste e fornendo persino sostegno finanziario ai manifestanti», ha denunciato la direttrice della National Intelligence, Avril Haines. «Voglio essere chiara: so che gli americani che partecipano alle proteste esprimono in buona fede le loro opinioni sul conflitto a Gaza», ma è necessario «mettere in guardia» l’opinione pubblica da chi cerca di «sfruttare il nostro dibattito per i propri scopi», ha spiegato Haines.
Per la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre l’azione iraniana rappresenta un tentativo «di minare la nostra democrazia». I maggiori scontri in questi mesi sul conflitto a Gaza si sono verificati nei campus universitari. Secondo Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’Estremismo della George Washington University, la maggior parte delle manifestazioni non è influenzata dall’esterno. D’altra parte, ha spiegato l’esperto al sito USA Today, non è da escludere che «alcune delle organizzazioni che hanno avuto un ruolo nelle proteste dei campus abbiano legami con Hamas».
Intanto a New York qualcosa si muove per dare risposta alle minacce antisemite e contro Israele subite da alcuni studenti. La NY University ha accettato di creare una nuova posizione amministrativa per garantire che tutte le accuse di discriminazione e molestie all’interno dell’ateneo siano affrontate in modo coerente e adeguato. Il provvedimento è stato deciso dopo che tre studenti – Bella Ingber, Sabrina Maslavi e Saul Tawil – hanno intentato una causa federale contro l’università per non aver adottato misure efficaci «per sedare una pervasiva atmosfera antiebraica e anti-Israele nel campus», si leggeva nella denuncia.
Ora, spiega un comunicato della NY University, l’ateneo seguirà le indicazioni federali e utilizzerà la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance e i relativi esempi per valutare quali episodi siano da considerare antisemiti.