TRANI – In mostra l’arte per la Memoria viva

Ventitré opere di arte ebraica realizzate prima della seconda guerra mondiale comporranno la mostra “La notte dipingevo quadri rossi” in allestimento nei locali dell’ex sinagoga Scola Grande di Trani, adibiti a museo ebraico, dove l’esposizione sarà inaugurata giovedì 18 luglio.
I quadri selezionati, parte della collezione Roberto Malini acquisita dalla Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (Ilmc) di Barletta, «rappresentano un tuffo nelle atmosfere oniriche di un ebraismo che fu, con i suoi saggi, le sue scene di preghiera e matrimonio», anticipa a Pagine Ebraiche il pianista Francesco Lotoro, ideatore della fondazione, attivo da vari decenni nella salvaguardia della musica concentrazionaria dall’oblio. Non solo musica composta in ghetti, lager e gulag confluirà nella “Cittadella della Musica Concentrazionaria” in realizzazione sotto la sua spinta a Barletta, ma anche altre forme d’arte in grado di suscitare una riflessione su quegli anni bui. Come per l’appunto i dipinti donati alla fondazione dal poeta e scrittore pesarese Roberto Malini. La collezione è stata d’altronde pensata «come punto di riferimento di un luogo di comunità, simbolo della crescita civile e culturale di quel luogo e meta educativa per le istituzioni scolastiche».
“La notte dipingevo quadri rossi” è organizzata dalla Fondazione Seca in collaborazione con la Ilmc e con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Racconta Lotoro che il nome scelto è un duplice omaggio, da una parte ai “quadri rossi” dell’artista polacco Jacob Vassover, dall’altra al testo autobiografico La Notte dello scrittore di origine rumena Elie Wiesel, entrambi sopravvissuti alla Shoah. Resterà aperta fino al 12 settembre e passerà poi a fine ottobre il testimone a un’altra mostra con 114 disegni eseguiti dal pittore Francesco Ferruccio Frisone, che fu tra le centinaia di migliaia di Imi (gli internati militari italiani) deportati nei campi di concentramento nazisti. Un altro «prezioso apporto» alla costruzione di quello che Lotoro definisce il processo di «vivificazione della Memoria».

a.s.

(Nell’immagine: Jacob Vassover – Nella sinagoga)