USA – Le reazione del mondo ebraico all’attentato contro Trump

Condanne, solidarietà e appelli contro la violenza sono i tratti comuni dei messaggi dell’ebraismo americano dopo l’attentato contro Donald Trump durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. «Siamo inorriditi dal tentativo di assassinio dell’ex presidente Trump. La violenza politica non è mai accettabile. Siamo in lutto per le vittime di questa sparatoria e preghiamo per la salute dei feriti», hanno affermato le Federazioni ebraiche del Nord America. Trump è stato ferito a un orecchio dagli spari dell’attentatore, un ventenne poi ucciso dalle forze di sicurezza, mentre uno spettatore è morto. «Un giorno terribile per la nostra democrazia», ha denunciato il presidente dell’American Jewish Committee, Ted Deutch. «Dobbiamo unirci per condannare la violenza politica. Siamo tutti americani. Qualunque sia la nostra visione politica».
Tra le voci ebraiche della politica Usa, un messaggio simile è arrivato dal leader democratico della maggioranza al Senato Chuck Schumer. La Republican Jewish Coalition (Rjc), movimento ebraico repubblicano, ha definito l’attacco «abominio». «Il presidente Trump tornerà più forte e più determinato che mai a rendere l’America nuovamente grande», ha commento la Rjc.
Da Israele il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog hanno espresso la propria solidarietà a Trump.
Oltre a condannare l’episodio, l’Anti-Defamation League, ong Usa impegnata nella lotta all’antisemitismo su scala globale, chiede alla leadership politica di abbassare i torni. «Chiediamo a entrambi i partiti di sostenere un’elezione pacifica e di ripristinare la decenza e il decoro della nostra democrazia», ha affermato il direttore dell’Adl, Jonathan Greenblatt. Dall’ong arriva anche la denuncia del proliferare di teorie complottiste antisemite all’indomani dell’attentato a Trump. Figure note della galassia suprematista bianca Usa hanno accusato gli ebrei o Israele di essere i responsabili dell’attacco, ha spiegato l’Adl. «Teorie cospirative riprese e rilanciate in rete» che rappresentano un pericolo in un’atmosfera di grande tensione, ha sottolineato Greenblatt.
Trump, ferito a un orecchio, intanto prenderà parte alla Convention nazionale repubblicana a Milwaukee (15-18 luglio). Secondo i media Usa, tra i temi al centro della Convention ci saranno le proteste pro-palestinesi organizzate nei campus americani. Il candidato repubblicano ha accusato il presidente Joe Biden di aver fallito nel combattere l’antisemitismo nelle università e di non aver protetto a sufficienza né gli ebrei americani né Israele.
Uno degli oratori a Milwaukee sarà Shabbos Kestenbaum, uno dei sei studenti ebrei che all’inizio di quest’anno hanno fatto causa ad Harvard per discriminazione. Ascoltato in un’udienza al Congresso Kestenbaum, laureatosi nella prestigiosa università, ha definito l’istituzione «un bastione dell’antisemitismo».
A intervenire alla Convention repubblicana saranno anche figure accusate dall’Adl di antisemitismo come il giornalista Tucker Carlson, la deputata Marjorie Taylor Greene e il presidente dell’ong Turning Point USA Charlie Kirk.