CINEMA – Locarno celebra i 100 anni di Columbia Pictures

Compie cent’anni la Columbia Pictures, e la 77esima edizione del Festival del Cinema di Locarno dedica la sua retrospettiva a quello che, pur essendo considerato uno dei tre “minor”, è uno dei più noti studi di produzione cinematografica. Le retrospettive del Pardo, sempre attesissime dai cinefili, quest’estate regaleranno al pubblico del festival una selezione di musical, western, screwball comedy, noir e film di guerra scelti fra grandi classici e tesori nascosti prodotti dallo studio di Hollywood tra l’avvento del sonoro e la fine degli anni Cinquanta.

La Columbia, in verità, in quanto casa di produzione non è nata cent’anni addietro bensì nel 1918, quando si chiamava CBC Film Sales, dal nome dei tre soci fondatori: Harry Cohn, suo fratello Jack e Joe Brandt. Il padre dei fratelli Cohn, Joseph, era un sarto emigrato negli States dalla Germania mentre la madre, anch’essa ebrea, era originaria della Russia. Inizialmente la CBC, che occupava spazi piccoli e malridotti, si era dedicata a produzioni a basso costo, e i tre soci si erano suddivisi i compiti: Brandt, che era nato a New York da Daniel Brandeburg e Rosa Cohen, era il presidente della società e gestiva vendite, distribuzione e marketing insieme a Jack Cohn, da New York, mentre Harry lavorava a Hollywood, come direttore della produzione. Nel 1924 la scelta di cambiare identità: Columbia Pictures Corporation ai tre soci sembrava un nome migliore, capace di rilanciare l’immagine dello studio (che a Hollywood era stato per qualche tempo soprannominato “Corned Beef and Cabbage”).

L’arrivo di Frank Capra

E in effetti anche se produceva soprattutto western e film d’azione a basso costo, man mano la sua reputazione iniziò a crescere, così come i budget delle produzioni, anche se la svolta vera e propria arrivò insieme a un ambizioso giovane regista, Frank Capra, che presto si rivelò una carta vincente. Capra spinse i fratelli Cohn ad assumere rischi crescenti, aumentando gli investimenti sui materiali e mettendo a disposizione budget sempre più grandi, fino ad arrivare nel 1934, con Accade una notte, a vincere per primo tutti e cinque gli Oscar principali: miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice e migliore sceneggiatura. I fratelli Cohn, in quegli anni, rilevarono la quota di Brandt, restando poi alla guida della società fino al 1956, quando il controllo passò alla Warner Bros, con Harry Cohn che fino ad allora era rimasto l’unico presidente di uno studio di produzione a non dover dipendere da nessuno.

Cento anni dopo

Come scrivono anche i curatori di Locarno, durante l’età d’oro di Hollywood la Columbia Pictures ha prodotto alcuni dei film più iconici del cinema americano, cimentandosi in una grande varietà di stili e di generi popolari. E quasi subito a introdurre ognuno dei suoi film, fa la sua comparsa anche il celebre logo animato che raffigura “la signora con la torcia”, The lady with the Torch, che ha dato il nome alla retrospettiva.

È una figura femminile, inizialmente avvolta nella bandiera a stelle e strisce, che ricorda la Statua della Libertà e che diventerà presto familiare agli amanti del cinema del mondo intero. Scrivono: «Dopo una serie di trionfi, nel decennio successivo la Columbia Pictures diventa una colonna portante dell’ecosistema hollywoodiano. Durante i primi anni di successi al botteghino dominano le figure del regista Frank Capra e del presidente e responsabile della produzione Harry Cohn, rimasto celebre tanto per il fiuto commerciale quanto per la sua personalità tirannica». La retrospettiva è stata curata da Ehsan Khoshbakht, che ha voluto tentare di sfatare alcuni dei miti che circondano la Columbia, per restituirne un ritratto più ricco e completo. di una casa di produzione degna di essere celebrata. Spiega Khoshbakht: «Pensate alle donne in carriera della screwball comedy, con la loro parlata frenetica, o ancora ai cowboy esistenzialisti, ai film a basso budget antifascisti e profetici e a quelli di sconcertante impatto sociale. Grazie a Sony – attuale proprietario del marchio – sarà possibile proiettare a Locarno, tra tanti capolavori, anche le versioni restaurate di film di John Ford e Phil Karlson. C’è stato un tempo in cui il dialogo tra arte e industria – e tra l’autore e il sistema – era molto proficuo, ed è a questa idea che vogliamo rendere omaggio».