BOLOGNA – Una casa dell’incontro tra religioni e culture
De Paz: Opportunità per alimentare dialogo
Bologna avrà presto una “Casa dell’incontro e del dialogo tra religioni e culture” con sede a Villa delle Rose, storico edifico alle porte del capoluogo emiliano, messo a disposizione a titolo gratuito dal Comune. I lavori per la sua realizzazione dovrebbero iniziare in autunno, mentre l’inaugurazione dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2025. L’annuncio è stato dato nel corso di una conferenza stampa cui sono intervenuti tra gli altri il sindaco della città Matteo Lepore, il rettore dell’Università Giovanni Molari, il presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi, il presidente dell’Unione comunità islamiche d’Italia Yassine Lafram e il presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz. «Vogliamo dimostrare che è possibile costruire qualcosa insieme», ha dichiarato il primo cittadino presentando l’iniziativa.
È la stessa speranza di De Paz, tra i principali sostenitori di un progetto i cui primi semi erano stati gettati sotto la precedente amministrazione comunale. «Serve uno spazio dedicato alla conoscenza e all’informazione corretta, soprattutto in un momento del genere. Mi sembra una grande opportunità da cogliere», racconta a Pagine Ebraiche. «In questo senso è significativa la volontà comune di tutte le istituzioni aderenti di aprirsi al confronto, con la possibilità di realizzare un programma culturale di alto livello. È un segnale che lanciamo tutti insieme anche a chi vorrebbe che il dialogo e le relazioni si interrompessero. Non possiamo permetterlo».
Il progetto è rimasto per anni un intento, su carta. È stato proprio De Paz a rilanciarlo, dopo che a fine maggio Lepore aveva esposto la bandiera palestinese sulla facciata del palazzo comunale. Una scelta contestata con forza dalla Comunità ebraica. «Nel momento in cui Bologna registra un passaggio rilevante come questo, il mio auspicio è che la bandiera palestinese venga tolta o perlomeno che le si affianchi quella israeliana», dice ora De Paz. Due intanto le «vittorie importanti» da festeggiare relative all’ultimo periodo. Si tratta in entrambi i casi di tentativi di boicottaggio con atenei israeliani non andati a buon fine. Uno che puntava all’interruzione dei rapporti tra l’Accademia delle Belle Arti e l’istituto Shenkar di Tel Aviv, l’altro che puntava a fare lo stesso tra l’Università di Bologna e l’Università ebraica di Gerusalemme. «Una cabina di regia per gestire il dialogo tra comunità è oggi più che mai necessaria», ribadisce De Paz, anche in considerazione di ulteriori criticità che potrebbero emergere in futuro. «La “Casa dell’incontro e del dialogo” ha un enorme potenziale. È una sorta di unicum a livello internazionale, possiamo fare scuola».