LIBRI – La stanza del gatto, la temerarietà della famiglia
Dorfles ci porta a Chiassovezzano

Da piazza Unità d’Italia a Trieste, il 18 settembre del 1938 Benito Mussolini annuncia l’entrata in vigore delle leggi razziste. Per gli ebrei italiani inizia la stagione della persecuzione dei diritti, preludio a quella delle vite. A Trieste vivono tra gli altri i Dorfles: buona borghesia, grande cultura. Dovranno presto andarsene per riparare nella toscana Chiassovezzano, tra Pisa e Volterra, non lontano dal parco di San Rossore dove il re Vittorio Emanuele III aveva firmato i provvedimenti antisemiti.
Qui ritroveremo Giorgio con la moglie Alma, e il futuro critico d’arte di fama Gillo con la consorte Lalla.
In Chiassovezzano Piero Dorlfes, figlio di Giorgio, racconta la storia di questa famiglia ebraica “assimilata” salvatasi anche con «una buona dose di incoscienza». Il termine che l’autore trova più adatto per descrivere l’atteggiamento dei suoi cari «è quello di temerarietà; non so se c’è un’altra definizione per una propensione che mi pare fosse comune, in una famiglia né bellicosa né portata all’uso delle armi, ma che si è lasciata andare, alle volte, a sfide pericolose».
Ad esempio quella di restare a Trieste fino alle porte dell’occupazione nazista, «mentre alcuni ebrei triestini già dal ’38 trovano sistemazioni sicure all’estero». Fino ad allora la famiglia di Piero, sia pure con qualche rinuncia, aveva continuato «a fare la vita di sempre, forse anche troppo spensieratamente, senza rinunciare a vacanze al mare e in montagna». Dal settembre del 1943 gli eventi precipitano e servono contromisure urgenti per non farsi travolgere.
All’alba del 10 settembre, poche ore dopo l’armistizio, dalla stazione di Trieste Giorgio e Alma salgono sul treno per Firenze. Da lì prenderanno la coincidenza per Pontedera e la sera stessa saranno a Lajatico, nella casa di Chiassovezzano. Il rifugio «scelto da Gillo quattro anni prima». E il teatro di nuove «sfide pericolose» al nazifascismo, ricostruite da Dorfles partendo da documenti e ricordi della casa, dei suoi arredi e dei suoi abitanti.