ATENE – Dai giovani alla casherut, rabbini europei a confronto
Rabbini di vari paesi si sono incontrati ad Atene per un seminario di formazione a cura del centro rabbinico europeo. La sfida del coinvolgimento giovanile è stata al centro dei lavori, coordinati da tre rabbini israeliani: rav Pinkhas Breier, rav Natan Tosen e rav Tzeev Kaplan.
«All’interno del mondo ebraico i problemi sono simili», sottolinea il rabbino capo di Livorno Avraham Dayan di ritorno dall’iniziativa. Partendo proprio dai giovani, che dopo il traguardo del Bar Mitzvah e Bat Mitzvah (la maggiorità religiosa, che i maschi conseguono all’età di 13 anni e le femmine a 12) spesso «non frequentano più la sinagoga e neanche partecipano agli eventi comunitari: “recuperarli” diventa poi molto difficile». La questione, secondo rav Dayan, è che i rabbini sono talvolta «impreparati» a gestire alcune situazioni spinose e finisce così che l’iscritto a una comunità preferisca incontrare il rabbino di una comunità diversa dalla sua, anche su questioni di pertinenza del proprio rabbino di riferimento come «la strada per portare un giovane a essere Bar o Bat Mitzvah» in assenza di una volontà comune da parte dei genitori, specie nel caso di un’unione mista.
Nel corso della conferenza sono stati affrontati anche altri temi concreti. Come le regole relative alla scrittura della Torah o della pergamena della metzuzah, l’astuccio affisso agli stipiti delle porte delle case ebraiche. Non tutti i rabbini sono scribi, ma un rabbino «dovrà sempre sapere come comportarsi» davanti a ogni possibile situazione in cui sia richiesto un suo parere, incalza rav Dayan. Per irrobustire una consapevolezza nel merito «abbiamo studiato varie ore su una metzuzah non casher, esercitandoci a scoprire tutto ciò che non andava».
L’iniziativa si è svolta in un centro chabad nella capitale greca. La maggioranza dei rabbini proveniva da Francia, Spagna, Olanda e Marocco.