ISRAELE – Hamas si riorganizza, mentre Teheran prepara l’attacco

Per il segretario di Stato Usa Anthony Blinken l’attacco iraniano contro Israele avverrà nelle prossime 24-48 ore. È difficile fare previsioni sul quando, replicano da Gerusalemme. L’unica certezza è che il regime di Teheran colpirà. I media israeliani, a stretto contatto con le loro fonti nella Difesa, indicano come principali obiettivi iraniani le strutture militari e di sicurezza nel nord e nel centro del paese. «I nostri nemici stanno valutando attentamente i loro passi», ha commentato in queste ore il ministro della Difesa, Yoav Gallant, incontrando i vertici dell’aeronautica militare. Teheran e il gruppo terroristico libanese Hezbollah – armato dalla Repubblica islamica – studiano dove colpire Israele. «Vogliono ottenere un successo, senza commettere un suicidio», spiega l’analista di Haaretz Amos Harel. Ovvero vogliono evitare uno scontro aperto con Gerusalemme. Anche perché né l’opinione pubblica iraniana né quella libanese «sono favorevoli a una guerra», aggiunge l’esperto di Medio Oriente Raz Zimmt in un articolo su ynet.
Israele e le sue forze di sicurezza devono «essere pronti a tutte le opzioni, compreso un rapido passaggio all’attacco», ha spiegato Gallant. Il ministro ha parlato della situazione con il collega italiano Guido Crosetto. «L’ho aggiornato sugli sviluppi della sicurezza e sulle minacce poste dall’Iran e dai suoi alleati», ha fatto sapere Gallant, ringraziando Crosetto «per la sua solidarietà, la sua leadership e la sua ferma posizione sulla questione iraniana». Poi ha invitato «tutti i nostri partner internazionali a stare al fianco d’Israele in questo momento».
Il paese si prepara a ogni evenienza, mentre in questi giorni è sempre più difficile raggiungerlo o lasciarlo: quasi tutte le compagnie aree internazionali hanno cancellato i voli per l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
Il riarmo di Hamas
Un inizio agosto di grande tensione dunque, segnato anche da un nuovo attacco terroristico. A Holon un attentatore palestinese domenica ha ucciso due persone e ne ha ferite altre due. Rina Daniv, 66 anni, e Avraham Soumichi, 77 anni, sono i nomi dei due israeliani accoltellati a morte. «Siamo stati insieme 42 anni. Era una compagna straordinaria. Si assicurava sempre che tutti avessero tutto», ha raccontato il marito di Rina, Shimon Daniv, all’emittente Kan. Lui è rimasto ferito nell’attacco. «Ho visto mia moglie sanguinare, l’ho chiamata: Rina! Rina! Non ho capito fosse la fine».
L’attentato è stato celebrato da Hamas, che in queste ore è tornato a lanciare i suoi razzi contro il sud d’Israele. Soprattutto dalla zona centrale della Striscia di Gaza. Secondo un’inchiesta della Cnn in quest’area Tsahal si è mossa in questi mesi con maggiore cautela perché qui e nel nord dell’enclave sarebbero imprigionati la maggior parte dei 115 ostaggi ancora in mano ai terroristi palestinesi. L’indagine sostiene che quasi la metà dei battaglioni militari di Hamas nel nord e nel centro della Striscia siano riusciti a ripristinare alcune delle loro capacità di combattimento, nonostante più di nove mesi di intensi attacchi israeliani. Solo tre dei 24 battaglioni delle Brigate Qassam sarebbero ora completamente inoffensivi. Otto sono ancora in grado di compiere attacchi efficaci contro i soldati di Tsahal mentre tredici hanno capacità offensiva piuttosto ridotta.