ISRAELE – Il compleanno del piccolo Ariel, ancora ostaggio di Hamas
«Caro Luli sono passati nove mesi da quando ci sei stato portato via da persone cattive. Nove mesi di lacrime, preghiere e incrollabile speranza. Il mondo intorno va avanti, ma per noi il tempo sembra essersi congelato senza di te. Sei un anno più grande, ma non c’è nessuna festa». Luli è il soprannome del piccolo Ariel Bibas, rapito da Hamas il 7 ottobre insieme ai genitori Shiri e Yarden e al fratellino Kfir (1 anno). Nel giorno del quinto compleanno di Ariel, la nonna Pnina Bibas gli ha dedicato una lettera aperta tenera quanto dolorosa. «Caro Luli riesci a sentire l’immenso amore che riempie i nostri cuori?», l’interrogativo con cui Pnina apre il suo messaggio pubblicato integralmente dal britannico Daily Mail. «Quando leggo una storia a tua cugina Toto, i miei occhi ti cercano. Come se cercando bene ti trovassi seduto accanto a lei, ad ascoltare con attenzione con il tuo timido e dolce sorriso. Il mio cuore ha un sussulto ogni volta che ricordo quanto mi manchi».
Del destino di Ariel, del fratellino Kfir e dei genitori da mesi non ci sono notizie ufficiali. Le immagini del rapimento dal kibbutz Nir Oz di Shiri e i due figli dai capelli rossi sono diventate un simbolo della brutalità dei terroristi palestinesi: la mamma in lacrime con i bambini stretti in un abbraccio mentre vengono spinti verso Gaza. Il padre Yarden non è con loro, catturato e imprigionato altrove.
A novembre Hamas aveva diffuso la notizia della morte dei piccoli e della madre. «Terrorismo psicologico», avevano replicato le autorità israeliane.
La famiglia in Israele continua a sperare e a far sentire la propria voce. Per il quinto compleanno di Ariel parenti e amici hanno organizzato una marcia a Tel Aviv.
«Cerco di immaginare il momento in cui tornerai da noi. Mi chiamerai ancora ‘nonna Nini’? Vorrai ancora giocare a ‘cavalluccio’? Riesco quasi a sentire le tue risate mentre mi spruzzi l’acqua addosso, quando innaffiamo le piante in giardino», scrive Pnina. «Ogni giorno sogno il momento in cui saremo di nuovo insieme. Immagino l’emozione, le lacrime, gli abbracci. Ti vedo gridare “Nonna Nini!” e il piccolo Kfir, che forse non si ricorda più di me, che mi sorride con un grande sorriso».
L’appello di Herzog
A dar voce alla speranza di tutto il paese per un loro ritorno è stato il presidente d’Israele Isaac Herzog. «Ariel Bibas è un bambino tenuto in ostaggio da Hamas a Gaza. Per il suo 5° compleanno, tutti noi abbiamo un solo desiderio. Vogliamo che lui, la sua famiglia e tutti gli ostaggi tornino subito a casa». Un appello che ricorda come da 303 giorni nelle mani di Hamas ci siano ancora 115 ostaggi, nascosti a Gaza. Un fazzoletto di terra a pochi chilometri da Israele, ricorda nella lettera la nonna di Ariel. «Mio caro Luli, sei così vicino eppure così lontano. Prego che presto riceveremo il dono più grande: riabbracciare te e tutta la famiglia. Sto aspettando che questo sogno diventi realtà. Fino ad allora, Luli, sappi che sei amato, che pensiamo a te in ogni momento. E un giorno festeggeremo insieme tutti i compleanni che ci siamo persi».