ISRAELE – Netanyahu: «Dobbiamo rimanere calmi. Siamo pronti a difenderci»

«Stiamo proseguendo verso la vittoria. So che i cittadini israeliani sono in allerta e vi chiedo una cosa: rimanete calmi e composti. Siamo preparati sia per la difesa che per l’attacco, stiamo colpendo i nostri nemici e siamo determinati a difenderci». In un paese che si prepara all’onda d’urto di un attacco iraniano e di Hezbollah, il primo ministro Benjamin Netanyahu predica calma. Il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, lancia invece un messaggio al Libano. Se i terroristi di Hezbollah dovessero attaccare lo stato ebraico – come ampiamente preannunciato – sarà tutto il paese dei cedri «a pagare un prezzo estremamente pesante». Nessuna delle parti in causa, secondo quanto riportano da settimane media e analisti internazionali, vuole una guerra regionale. Ma molto dipenderà da se e quali danni Israele subirà dai suoi nemici libanesi e iraniani. «La situazione potrebbe anche degenerare in una guerra. Non è teoria, è un fatto», ha commentato Gallant.
Secondo Gerusalemme il primo a colpire sarà Hezbollah usando droni e missili di precisione, riporta l’emittente Kan. «È probabile saranno presi di mira obiettivi militari, non solo al nord ma anche al centro d’Israele», spiega la giornalista Ghili Cohen. La vicinanza geografica del Libano, da dove attacca Hezbollah – colpito in queste ore dall’aviazione israeliana –, richiederà una grande velocità nell’organizzare le difese. «In alcuni casi si giocherà tutto su una manciata di minuti», sottolinea Cohen.
Se il fronte nord è condizionato dall’attesa, l’indicazione da Gaza di Hamas è chiara: guerra a oltranza. Così viene interpretata la decisione del gruppo terroristico di nominare Yahya Sinwar, l’ideatore dei massacri del 7 ottobre, come capo politico al posto di Ismail Haniyeh, a una settimana dall’uccisione di quest’ultimo a Teheran. Con Sinwar alla guida di tutto il movimento ogni negoziazione per il cessate il fuoco sarà più difficile. E anche tra i gazawi, riporta l’agenzia francese Afp, ci sono preoccupazioni. «A mio parere, la nomina di Sinwar a capo di Hamas è stata inopportuna in questa fase critica», ha commentato un residente della Striscia. In tanti, scrive Afp, condividono quest’opinione, soprattutto chi auspica il prima possibile un cessate il fuoco. «Non si sa neanche dove sia Sinwar», sottolinea un altro gazawi. Dal 7 ottobre l’architetto delle stragi è scomparso nei tunnel sotto Gaza. E da allora è il primo obiettivo di Israele.