MEIS – Il presidente uscente: Otto anni esaltanti

Dario Disegni è stato chiamato alla guida del Meis nel 2016 ed è stato poi confermato per un secondo mandato nel 2020. Quella che si chiude in queste ore, racconta, «è stata un’avventura esaltante, un’esperienza piena di emozioni e realizzazioni».
La chiamata arrivò «in modo del tutto inaspettato dall’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, con l’impegno a dare la massima operatività possibile». Completando il restauro del primo edificio del nascente museo, innanzitutto, «ma anche costituendo uno staff e una struttura all’altezza della sfida». Una corsa contro il tempo «lavorando giorno e notte», poi gratificata «dall’immensa soddisfazione di avere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione della prima mostra permanente». Visitando nel dicembre del 2017 Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni, a cura di Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, il capo dello Stato definì il Meis «un capolavoro di integrazione e identità».
L’inaugurazione assieme a Mattarella resta indelebile e riluce più di ogni altra giornata nel bilancio di questi otto anni al Meis e non soltanto perché avvenne in concomitanza con Chanukkah, la festa ebraica della luce. Partendo da lì «si è sviluppato il grande racconto del Meis con le successive mostre», spiega Disegni. E cioè Il Rinascimento parla ebraico, del 2019, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco; Oltre il ghetto. Dentro&Fuori, del 2021, realizzata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel; e infine, inaugurata la scorsa primavera, Ebrei nel Novecento italiano di Vittorio Bo e Mario Toscano.
Altre mostre temporanee hanno poi “accompagnato” l’allestimento permanente, focalizzandosi ogni volta su un tema diverso. «Ne abbiamo organizzate davvero tante», afferma Disegni. «Parlando ad esempio di sinagoghe e cimiteri ebraici, ma anche dell’istituto del matrimonio nell’ebraismo e della particolarità di Sukkot, la festa delle capanne. Abbiamo poi esposto le opere e la visione di Dani Karavan e reso omaggio a personalità come Leo Contini». Molto intense, aggiunge il presidente uscente, sono state poi «le attività dedicate a educazione, ricerca e Memoria».
Disegni si dichiara contento «di lasciare al mio successore, imprenditore illuminato con importanti esperienze in ambito ebraico, un museo non in buona ma ottima salute, con un direttore appena confermato di cui il Consiglio ratificherà adesso il rinnovo del mandato, una programmazione solida e di livello, una situazione economica molto positiva». Disegni ha ancora un pensiero: «La cosa che più mi fa piacere è di essere riuscito a costruire uno spirito di squadra, con persone che operano in cerca di obiettivi condivisi con impegno e passione. Il Meis è una grande squadra e famiglia».

a.s.