OLIMPIADI – Il trionfo di Amit Elor, lottatrice da record

Imbattuta da cinque anni, campionessa del mondo in carica, numero uno del ranking internazionale.
La wrestler statunitense Amit Elor arrivava alle Olimpiadi di Parigi da grande favorita. Come da pronostico, si è consacrata campionessa olimpica nella lotta libera al limite dei 68 chili, sconfiggendo in finale la kirghisa Meerim Zhumanazarova medaglia di bronzo in carica.
Vent’anni compiuti a gennaio, ne aveva appena quattro quando iniziò a combattere, Elor è la più giovane lottatrice nella storia dello sport Usa ad aggiudicarsi l’oro olimpico. In tasca ha due passaporti, quello americano e quello israeliano. «Sono orgogliosa di rappresentare gli Stati Uniti, ma nel mio cuore rappresento anche Israele», ha raccontato in una intervista con Ynet alla vigilia dei Giochi. In Israele emigrarono i suoi nonni sopravvissuti alla Shoah. Da Israele si trasferirono negli Usa i suoi genitori, negli anni Ottanta. Amit è nata in California. Prima dell’età scolare parlava solo ebraico.
Nell’intervista con Ynet, Elor si era detta «scioccata» per la barbarie raggiunta da Hamas il 7 ottobre e «profondamente rattristata e preoccupata per tutto ciò che è seguito: dolore, sofferenza e perdita sono insopportabili». Pertanto, aveva aggiunto l’atleta, «se la mia partecipazione alle Olimpiadi potrà portare anche solo un po’ di gioia in Israele, tutto il duro lavoro e tutti i sacrifici compiuti saranno stati ripagati».
Nell’albo d’oro olimpico, rileva la stampa israeliana, Elor va a fare compagnia ad altri illustri lottatori ebrei del passato. Tra gli altri l’ungherese Károly Kárpáti, che vinse a Berlino nel 1936 e fu poi deportato in campo di sterminio, riuscendo a sopravvivere. E l’americano Henry Wittenberg, vincitore a Londra nel 1948, alla cui memoria è stato dedicato un torneo annuale di wrestling alla Yeshiva University. Wittenberg ottenne poi un argento ai successivi Giochi di Helsinki. A Los Angeles 2028, nella sua California, c’è da scommettere che Elor punterà al bis.