ISRAELE – Daniela Fubini: Nel moshav, con il mamad pronto
La torinese Daniela Fubini segue le notizie sul possibile attacco contro Israele dalla comunità agricola cooperativa (moshav) in cui vive da qualche anno con il marito e il loro figlioletto, a una decina di chilometri dalla Striscia di Gaza. «Nel nostro mamad, la stanza blindata, abbiamo accumulato un po’ d’acqua, del cibo in scatola, dei giochi per il bimbo. E c’è un letto dove poter dormire tutti e tre insieme, nell’eventualità di un lungo soggiorno», spiega Daniela, che prima di trasferirsi nel moshav abitava a Tel Aviv. «L’attacco non dovrebbe riguardare la nostra area, almeno in teoria. Però pochi giorni fa dal nord di Gaza sono stati sparati alcuni razzi Qassam, a conferma che qui ogni giorno può esserci un’emergenza». Daniela e il marito hanno adottato un approccio «che sta a metà tra l’ansia totalizzante e il disinteresse, il “non ce ne importa nulla” tipico di una parte della società israeliana». Una prudente accortezza, quella praticata da Fubini, che impone scelte ponderate: «Ci stiamo preparando ai vari scenari, compreso il blocco dell’elettricità ventilato in questi giorni come ipotesi. Il 7 ottobre entrammo nel mamad e ci restammo per circa 72 ore, con piccole scappate ogni tanto all’esterno, in un clima di grande tensione. Ma allora c’era il rischio di trovarsi di fronte dei terroristi».