UK – «Un piano contro odio e disinformazione», l’appello degli ebrei britannici

«Il rabbino Ephraim Mirvis ha chiesto la chiusura delle moschee di Gran Bretagna». È una notizia falsa, quanto pericolosa. Per questo Mirvis, rabbino capo del Regno Unito, è stato costretto a smentirla pubblicamente. «Questa perniciosa menzogna dimostra l’allarmante portata della disinformazione diffusa online», ha denunciato Mirvis. Il rav non ha mai chiesto la chiusura delle moschee. Anzi, assieme ad altri leader religiosi, ha condannato le violenze anti-immigrati di questi giorni da parte di gruppi di estrema destra. «Abbiamo assistito all’odio antimusulmano e all’attacco di moschee, all’aggressione dei richiedenti asilo e rifugiati… tutto ciò costituisce una macchia per la nostra coscienza nazionale», si legge nel messaggio condiviso da Mirvis.
È stata proprio una fake news a innescare queste violenze. Lo scorso 29 luglio un ragazzo di 17 anni ha accoltellato diverse persone in una scuola di danza di Southport, vicino Liverpool, uccidendo tre bambine. Il giovane è nato in Galles da genitori originari del Ruanda. Politici e commentatori di estrema destra hanno diffuso un suo falso identikit, sostenendo fosse entrato illegalmente in Gran Bretagna. La disinformazione ha alimentato disordini e proteste contro gli immigrati sfociate in attacchi contro immigrati e comunità islamiche in tutto il paese.

Parla Rosenberg

«Siamo solidali con le comunità colpite e abbiamo fermamente condannato quanto accaduto. Purtroppo conosciamo l’estrema destra e cosa rappresenta», commenta da Londra Philip Rosenberg. A Pagine Ebraiche Rosenberg, presidente del Board of Deputies of British Jews (istituzione dell’ebraismo britannico), sottolinea come «ebrei sappiamo bene quanto sia pericolosa la disinformazione». Se ne nutre l’estrema destra, spiega Rosenberg, influenza anche una parte delle vittime della violenze. «Purtroppo alcuni leader musulmani, una minoranza, hanno rilanciato la teoria secondo cui sarebbero stati ”i sionisti” a fomentare gli attacchi contro la comunità islamica». Gli estremismi dunque si toccano, spiega il presidente del Board of Deputies. «Abbiamo visto come operano e non dobbiamo aiutarli. Serve aprire una conversazione nazionale. Dobbiamo promuovere concretamente un piano per la coesione e il rispetto all’interno della nostra società».
Secondo il Community Security Trust (Cst), che monitora e contrasta l’antisemitismo nel Regno Unito, ha registrato quasi 2.000 episodi di odio antiebraico nella prima metà del 2024. Dal 1994 il dato più alto mai registrato considerando un periodo di sei mesi. Gli incidenti si sono verificati in diversi contesti, tra cui scuole, università, luoghi di lavoro, trasporti pubblici, luoghi di culto, strade e sul web. Per il ministro dell’Interno Yvette Cooper si tratta di dati «davvero spaventosi». «Non c’è posto in Gran Bretagna per questo vile odio», ha affermato Cooper.
Secondo il Community Security Trust, la maggior parte degli attacchi antisemiti è legata al conflitto a Gaza tra Israele e Hamas. A questa minaccia si somma quella dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. «Nessuno di questi elementi va sottovalutato. Sono diversi, ma legati tra loro. Tutti usano la rabbia e la disinformazione», afferma Rosenberg. «Non possiamo farli vincere».

d.r.

(Nell’immagine pubblicata dal rabbino capo del Regno Unito, alcuni volontari aiutano a ripulire l’area vicino alla moschea di Southport, attaccata durante i disordini dell’estrema destra britannica)