FIRENZE – La città liberata e i nonni salvati, il ricordo della sindaca Funaro
L’11 agosto 1944 la campana di Palazzo Vecchio – la Martinella – dà il segnale a Firenze: è il momento di insorgere e cacciare definitivamente gli occupanti nazisti in ritirata. È il suono che scandisce la Liberazione della città.
Da allora, ogni 11 agosto, alle 7 in punto la Martinella torna suonare e ricorda ai fiorenti la riconquista della libertà. Il rintocco è affidato al primo cittadino: quest’anno alla nuova sindaca Sara Funaro. «Una grandissima emozione», ha sottolineato durante la cerimonia in piazza della Signoria, «come prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia della nostra città, e proprio nell’ottantesimo anniversario della nostra Liberazione». Un momento in cui ripensare a tutte le donne e gli uomini «che hanno combattuto e sacrificato le proprie vite per arrivare alla libertà».
Un momento per ricordare la propria storia personale. «Anche la mia famiglia, De Cori Funaro, in quei giorni drammatici fu travolta e vittima di quegli eventi. Il 1 agosto del 1944 la sorella della mia bisnonna, Ida De Cori, fu trucidata dai nazisti con il marito e il figlio rifugiatisi nel palazzo Pardo Roques a Pisa. Un eccidio di inaudita violenza, in cui furono assassinate brutalmente dodici persone», ha spiegato Funaro. «Oggi, se noi siamo qui lo dobbiamo alle tante persone che hanno perso e rischiato la vita. Oggi voglio ringraziare tutti i combattenti, i partigiani e i civili che hanno nascosto tanti cittadini, salvando loro la vita». Tra chi è stato nascosto, i nonni della sindaca, Raul e Silvana Funaro. «Se non ci fossero stati gli abitanti di Raggiolo, paese nell’aretino, che li hanno accolti e nascosti, io oggi non esisterei. Se non ci fossero stati tanti cittadini come loro, tanti di noi oggi non esisterebbero e non saremmo qua», ha ricordato la prima cittadina di Firenze.
Alla cerimonia ha preso parte anche la Comunità ebraica della città.