ISRAELE – Gallant: Non abbiamo paura, siamo pronti
Israele è in stato di massima allerta. «Siamo pronti e vigili», afferma il ministro della Difesa Yoav Gallant incontrando i parlamentari alla Knesset. «Le minacce di Teheran e Beirut possono concretizzarsi ed è importante spiegare a tutti che prontezza, preparazione e vigilanza non sono sinonimi di paura e panico», sottolinea il ministro. Da giorni si attende un attacco dell’Iran e dei suoi alleati, i terroristi di Hezbollah. I piani per reagire sono stati messi a punto. «Abbiamo dedicato il nostro tempo sia al rafforzamento delle difese sia alla creazione di piani d’attacco come forma di risposta». Per questo i comandi delle forze aeree israeliane hanno sospeso le vacanze all’estero del proprio personale. Tutti devono essere a disposizione in un momento critico per il paese. Nel nord, oltre ai sistemi di difesa dei luoghi considerati sensibili, si lavora anche sulla sicurezza alimentare. Qui il pericolo più probabile è l’attacco di Hezbollah, che potrebbe mettere in crisi, tra le altre cose, i rifornimenti di cibo. Per questo, spiega il sito Maariv, decine di migliaia di pacchi di alimenti secchi sono stati trasferiti in magazzini di emergenza situati in diverse località del nord. Ad occuparsi poi della distribuzione, aggiunge ynet, saranno le autorità locali in collaborazione con organizzazioni come Colel Chabad e l’International Fellowship of Christians and Jews. A loro è affidato il servizio nazionale per la sicurezza alimentare del ministero del Welfare.» Preghiamo di non dover attivare il sistema di emergenza e di conoscere solo la pace», ha commentato a ynet Mendy Blau, direttore del Colel Chabad.«La resilienza della popolazione ci permette di prendere decisioni operative appropriate. Di fronte al tentativo del nemico di seminare la paura, dobbiamo continuare la vita normale. Stiamo lavorando per fornire ai cittadini un preavviso sufficiente e in tempo reale», ha spiegato Gallant.
L’impegno diplomatico
Le diplomazie di mezzo mondo sono impegnate nel cercare di evitare l’escalation. Regno Unito, Francia e Germania hanno diramato un comunicato congiunto in cui chiedono all’Iran e ai suoi alleati di astenersi da attacchi che «mettano a rischio il cessate il fuoco e i colloqui per il rilascio degli ostaggi». La richiesta è a tutte le parti di «cessare immediatamente i combattimenti». Ma a Gerusalemme si parla di un imminente attacco dell’Iran, in attesa di vedere come andrà la riunione del 15 agosto promossa dagli Stati Uniti. Per quella data Washington punta a riattivare concretamente le trattative tra Israele e Hamas. «Le prossime 72 ore potrebbero essere decisive per il Medio Oriente e per il conflitto a Gaza», commenta Amos Yadlin, l’ex capo dell’intelligence israeliana, sul sito Mako.