CINEMA – Oltre la guerra, a Tel Aviv i film dei registi emergenti

Luda vive da anni in Israele. È immigrata dall’Unione Sovietica e lavora in un museo d’arte moderna come guardiana. È timida, parla un ebraico stentato e il suo lavoro le permette di rimanere nell’ombra. Nessuno fa caso a lei. Finché un incidente imbarazzante la costringe ad affrontare la sua più grande paura: parlare con le persone. È la sinossi del film HaShomeret del giovane regista israeliano Roy Kanevsky. Una pellicola, ha raccontato il regista, sulla difficoltà di essere invisibili al mondo. Il cortometraggio ha aperto la 26esima edizione del Tel Aviv International Student Film Festival (14-20 agosto), una delle rassegne cinematografiche per registi emergenti più importanti al mondo.
Con la proiezione di quasi 100 cortometraggi provenienti da 25 paesi, il festival rappresenta sia una via di fuga sia un’occasione per riflettere sulla difficile attualità israeliana. «Pensiamo che, al di là degli aspetti visivi e di intrattenimento che permettono agli spettatori di fuggire in regni immaginari, l’arte e la cultura ci mettano in contatto con la realtà da una prospettiva diversa, diano voce alle grida del cuore e alle proteste del pubblico e portino calma e sostegno emotivo a chi ne ha bisogno», hanno dichiarato i direttori del festival, Ori Arthur Wolf e Gal Ostrinsky. «Ci auguriamo che il festival dia forza al nostro pubblico in questi tempi difficili e speriamo nell’immediato ritorno di tutti gli ostaggi e nella fine della guerra».
Nel corso della rassegna è stata organizzata una commemorazione per il regista Yahav Winner, ucciso il 7 ottobre nel kibbutz Kfar Aza. Il suo cortometraggio, The Boy, è la storia del difficile rapporto tra un padre e un figlio, che arriva a un punto di svolta quando il loro kibbutz subisce un attacco missilistico. La pellicola è stata di recente nominata per i premi cinematografici israeliani Ophir Awards.
Anche Maya Foder, assassinata dai terroristi di Hamas a Re’im, è tra i nomi ricordati al Festival di Tel Aviv. Studentessa in una scuola per attori, Foder amava cantare e ballare, ha raccontato la madre. Per questo le è stata dedicata la proiezione del musical Mamma mia! con l’invito al pubblico di cantare e ballare durante il film.

d.r.