ISRAELE – Attacco al villaggio palestinese, condanna unanime: «Estremismo contrario ai nostri valori»

Ferme condanne da parte di tutto l’arco politico israeliano per quanto accaduto in Cisgiordania, nel villaggio palestinese di Jit, attaccato da un gruppo di estremisti israeliani. Dal primo ministro Benjamin Netanyahu al presidente dello stato Isaac Herzog, la censura della violenza è stata unanime. «I responsabili di ogni atto criminale saranno arrestati e perseguiti», ha affermato Netanyahu. Secondo alcune ricostruzioni, decine di estremisti, alcuni a volto coperto, hanno lanciato bombe molotov e appiccato incendi nel villaggio. «Si tratta di una minoranza estremista», ha sottolineato Herzog, che danneggia «il nome e la posizione di Israele nel mondo. Questa non è la nostra via, e certamente non è la via della Tora e dell’ebraismo. Le forze dell’ordine devono agire immediatamente contro questo grave fenomeno e assicurare i trasgressori alla giustizia», ha concluso il presidente, invitando a non sottovalutare la minaccia.
Nell’attacco a Jit è stato ucciso il 23enne Rashid Sada. Sulle dinamiche della sua morte sta indagando l’esercito. Intervistato da ynet, il capo del villaggio Naser Sada ha denunciato l’azione come terrorismo. «Quattro auto e quattro case sono state date alle fiamme. Ci siamo svegliati con l’odore degli incendi, con i bambini spaventati. Se i nostri giovani non fossero usciti per cercare di respingere i violenti, il disastro sarebbe potuto essere maggiore», ha affermato Sada al media israeliano. Il giovane rimasto ucciso è un suo parente. «È uscito per cercare di reagire ed evitare che la sua casa venisse bruciata. È stato colpito senza alcun motivo».
Jit è considerato un villaggio abbastanza tranquillo, scrive Itamar Eichner di ynet. «La maggior parte dei suoi abitanti lavora nel commercio e nell’agricoltura. Le organizzazioni terroristiche di solito non vi operano. Le forze di sicurezza sono rimaste inorridite dalle violenze della scorsa notte, e un funzionario ha detto che sono avvenuti senza un motivo apparente», riporta Eichner.
«Mentre i nostri soldati combattono sui vari fronti per difendere lo Stato di Israele, un manipolo di estremisti, che non rappresentano i valori dell’insediamento in Samaria, si ribellano e attaccano civili innocenti», ha dichiarato il ministro della Difesa Yoav Galant. Oltre a condannare le violenze, Gallant ha ribadito il proprio sostegno a Tsahal, Shin Bet e polizia «affinché affrontino con severità la questione. I disordini di questi estremisti sono contrari a ogni imperativo morale e ai valori dello Stato di Israele». Dichiarazioni simili sono arrivate dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, secondo cui quanto accaduto a Jit «non ha nulla a che fare con gli insediamenti. Sono criminali da condannare».
Fuori dal coro, la posizione espressa dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir. «Ho detto al capo di stato maggiore che il fatto di non dare la possibilità ai soldati di sparare a qualsiasi terrorista che lanci pietre provoca eventi», come quello di Jit. «Allo stesso tempo, è inequivocabilmente vietato farsi giustizia da soli», ha dichiarato Ben-Gvir. «Chi deve occuparsi del terrorismo e della deterrenza, anche contro i terroristi del villaggio di Jit, è l’esercito».
Una fonte all’interno delle forze sicurezza, riporta ancora Eichner su ynet, ha definito gli incidenti «come gravi e senza un innesco. Secondo la fonte, negli ultimi mesi questo tipo di attività allarmanti sta aumentando e si sta intensificando».
Dall’opposizione, il leader del partito centrista di Unità nazionale Benny Gantz ha parlato di «una manciata di persone che dovrebbero stare dietro le sbarre. Stanno minando i principi dell’ebraismo e dello Stato d’Israele». Yair Golan, capo di una nuova alleanza tra i partiti di sinistra, ha puntato il dito contro l’esecutivo di Netanyahu: «Non si tratta di una minoranza estremista o un problema minore, ma di un gruppo violento che gode di un enorme sostegno da parte del governo».