7 OTTOBRE – I famigliari degli ostaggi, tra sconforto e speranza

«Achshav, achshav», grida a una sola voce la folla. «Adesso» o forse mai più, affinché le ultime speranze di un ritorno non vengano affossate. Una clessidra simula il tempo che scorre sempre più inesorabile, mentre un pannello digitale aggiorna al secondo il distacco finora consumatosi tra gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e le loro famiglie.
Finito Shabbat, come ormai consuetudine a Tel Aviv dal 7 ottobre e dall’inizio della guerra a Gaza, migliaia di persone si sono date appuntamento in quella che è nota come la “piazza degli ostaggi”, davanti al Museo d’arte. Sul palco, come ogni sabato sera, sono saliti genitori e figli, fratelli e sorelle. Una maratona di testimonianze aperta e conclusa dall’intervento di Doron Ben David, attore israeliano noto in tutto il mondo per il ruolo di Hertzel Pinto nella serie tv Fauda. Ben David, spilla gialla al petto, ha esortato all’unità. Sottolineando come questa debba essere la battaglia di tutti nel paese, religiosi e laici, ashkenaziti e sefarditi, ebrei e arabi.
Appelli simili sono arrivati dai familiari degli ostaggi. Einav Zangauker, madre del 24enne Matan, ha sostenuto che il fragile negoziato di queste ore «è probabilmente l’ultima chance: bisogna portarli indietro, non si rinunci a loro». Una donna alza dalla folla un cartello. C’è scritto, in ebraico: «Una madre non si arrende mai». Alla speranza come valore fondante d’Israele si appella anche una nuova installazione inaugurata nella piazza, accanto a tanti altri omaggi. C’è scritto proprio «Tikva», speranza. E l’ha realizzata Luis Har, un ex ostaggio, liberato dopo 129 giorni di prigionia.
Lacrime di commozione sul volto di Yarden Gonen. Il 7 ottobre sua sorella Romi è stata sequestrata al Nova festival. Ieri pomeriggio, al Centro Peres per la Pace, Yarden, i familiari e gli amici di Romi hanno festeggiato il suo 24esimo compleanno. Nell’occasione è stata suonata la sua musica preferita e centinaia di persone hanno ballato ai suoi passi di danza, vestendo abiti a tinte leopardate simili a quello che indossava il giorno del rapimento.

Adam Smulevich (da Tel Aviv)