ISRAELE – Negoziato in crisi, ma il pericolo è il nord

Nel 1973 il governo guidato da Golda Meir pianificò la costruzione di un insediamento israeliano nell’alture del Golan: Katzrim. Nelle intenzioni doveva diventare il cuore urbano e industriale dell’area. L’obiettivo era consolidare la presenza israeliana in un territorio fino al 1967 in mano siriana. Nei piani di Gerusalemme a Katzrim sarebbero dovute arrivare negli anni oltre 20mila persone. Fino al 7 ottobre del 2023 la cittadina, soprannominata «la capitale delle alture del Golan», contava 10mila residenti. Con le stragi di Hamas, lo scoppio della guerra a Gaza e gli attacchi di Hezbollah, molte famiglie sono state costrette ad evacuare Katzrim, diventata uno dei bersagli preferiti dei terroristi libanesi. Così è accaduto nelle ultime ore quando una pioggia di razzi di Hezbollah ha centrato l’abitato, distruggendo alcune case e ferendo lievemente un trentenne israeliano. Una coppia di anziani è riuscita a raggiungere un bunker pochi istanti prima dell’attacco, scampando per un soffio al pericolo. La loro casa, invece, è stata rapidamente avvolta dalle fiamme causate dall’impatto dei missili.
«Garantiremo la sicurezza nel nord e continueremo a colpire Hezbollah», fa sapere Tsahal. Mentre i negoziati per una tregua a Gaza sembrano sull’orlo del fallimento, l’esercito è sempre più concentrato sul confine settentrionale. L’annunciata reazione dei terroristi libanesi per l’eliminazione di uno dei propri leader non è ancora arrivata. Il possibile naufragio delle trattative con Hamas, scrive ynet, potrebbe dare il via all’attacco. Tsahal risponde intanto colpendo oltre confine. La reazione ai 50 razzi di Hezbollah si è concretizzata in una nuova eliminazione mirata: un drone ha ucciso il palestinese Khalil Makdah vicino alla città costiera di Sidone. Secondo l’intelligence israeliana, Makdah, membro del gruppo Fatah, da anni collaborava con l’Iran per trasferire denaro e armi alle cellule terroristiche in Cisgiordania. Un fronte quest’ultimo, spiega l’emittente Kan, che Israele è impegnata a indebolire con operazioni mirate.