ONU – Ambasciatore Israele: vittime 7 ottobre cancellate da mostra sul terrorismo

In occasione della Giornata internazionale della memoria e del tributo alle vittime del terrorismo la sede dell’Onu di New York, il Palazzo di Vetro, ospita la mostra Memories. Nell’esposizione si citano gli attacchi terroristi dell’11 settembre 2001 e alla maratona di Boston del 2013, oltre a riferimenti ad attentati in Indonesia e in Kenya. «Ma cosa manca?», chiede in un video Gilad Erdan, ambasciatore israeliano (uscente) alle Nazioni Unite. «Non c’è una sola menzione di un attacco compiuto dai palestinesi contro gli israeliani. Stiamo per commemorare un anno dal più grande attacco terroristico contro ebrei e israeliani dalla Shoah, eppure le Nazioni Unite non pensano di doverlo mostrare sui propri muri», accusa Erdan.
Il diplomatico mostra poi la presenza nell’esposizione di una vittima palestinese del terrorismo. «In modo fuorviante c’è scritto grande Palestina in modo che i visitatori pensino che la persona sia stata colpita in Israele. Ma se si leggono le scritte in piccolo si scopre che in realtà è stata ferita in Nuova Zelanda».
Sul sito delle Nazioni Unite si legge che la mostra – promossa da un programma internazionale di supporto alla vittime del terrore – mira a sensibilizzare l’opinione pubblica, ricordando che dietro ogni vittima e sopravvissuto al terrorismo c’è una storia personale. Inoltre si vuole «sottolineare l’importanza di prevenire gli attacchi terroristici e l’emergere di nuove vittime». Non però quando si tratta d’Israele, denuncia Erdan. «Non c’è luogo più corrotto e moralmente distorto delle Nazioni Unite. Dobbiamo unirci per diffondere questo messaggio in tutto il mondo, chiedendo la chiusura e lo smantellamento di questa organizzazione e l’istituzione di un nuovo organismo che rappresenti veramente valori nobili», conclude l’ambasciatore.
Alla fine del suo mandato, il diplomatico ha aumentato il tono dello scontro nei confronti dell’Onu. In una recente intervista all’emittente i24News ha dichiarato che la sede delle Nazioni Unite a New York è «inutile» e dovrebbe essere «chiusa e cancellata dalla faccia della terra». Parlando dei suoi quattro anni da inviato all’Onu, ha affermato di essere «soddisfatto del lavoro svolto. Tuttavia, provo anche un’immensa frustrazione e angoscia per il fatto che questo edificio, che potrebbe apparire imponente dall’esterno, in realtà è corrotto e distorto».