Il Regno Unito alla ricerca di una nuova immagine
Molto è cambiato in Gran Bretagna nei quattordici anni dei conservatori al potere. «Il paese si è sempre più diviso, le opinioni a destra e sinistra si sono polarizzate. Anche all’interno della comunità ebraica si sono registrate numerose fratture. La popolazione musulmana è fortemente cresciuta, portando con sé ulteriori sfide per la società. C’era molta disillusione in questa campagna elettorale, ma allo stesso tempo molta aspettativa di cambiamento», spiega a Pagine Ebraiche Jenni Frazer, giornalista e scrittrice che si occupa di mondo ebraico britannico. Un mondo storicamente vicino al Labour, ma costretto ad allontanarsi dal partito a causa del suo ex leader Jeremy Corbyn (2015- 2020) e del suo antisemitismo. Poi è arrivato il cambiamento, almeno al vertice laburista, con la nomina il 4 aprile 2020 del nuovo leader, l’avvocato per i diritti umani Keir Starmer – la cui moglie Victoria Alexander viene da una famiglia ebraica –, che si è subito impegnato per ripulire il partito dal clima tossico del corbynismo, espellendo innanzitutto il suo predecessore.
«È stato fatto un grande lavoro, ma l’antisemitismo all’interno del partito laburista non è stato completamente sradicato. Starmer è mille volte meglio di Corbyn, ma deve continuare a mondare la sinistra dal pregiudizio», chiarisce Fiona Sharpe, presidente del Sussex Jewish Welfare Board. A colloquio con Pagine Ebraiche, Sharpe, un passato tra le fila del Labour, sottolinea un dato: prima delle elezioni molti ebrei le hanno chiesto consiglio su chi votare. Chiedevano soprattutto quale candidato fosse “migliore” per la comunità ebraica. «Il fatto stesso che molte persone si siano poste questa domanda rappresenta di per sé un atto d’accusa devastante per la Gran Bretagna», sottolinea Sharpe. Per lei il governo dovrà non solo implementare la lotta all’antisemitismo, ma anche trovare un modo per promuovere la cultura ebraica. E osserva: «Si dedica giustamente un mese per celebrare la comunità nera qui. Penso si dovrebbero fare lo stesso per gli ebrei. Creare maggiore consapevolezza su chi siano, sul loro contributo al paese».
Politicamente, la complessità della situazione per l’ebraismo del Regno Unito, afferma Frazer, è sintetizzata nella figura del nuovo ministro degli Esteri, David Lammy. «In questi anni Lammy, insieme a Starmer, è stato tra coloro che hanno ricucito i rapporti con la comunità. Presente a molte iniziative, Lammy ha denunciato l’antisemitismo mascherato da critica a Israele. Dopo il 7 ottobre ha partecipato alle manifestazioni per chiedere il rilascio degli ostaggi». A seguito della nomina a ministro, Lammy si è recato in Israele e ha visitato i luoghi delle stragi di Hamas, condannando nuovamente il gruppo terroristico. Dall’altra parte, il nuovo capo del Foreign Office ha anche annunciato il ripristino dei fondi all’Unrwa, l’agenzia Onu per i palestinesi. «L’annuncio ha subito riacceso le divisioni interne all’ebraismo. A destra il provvedimento è stato vissuto come un tradimento da parte di Lammy. A sinistra c’è stata maggiore comprensione, con la richiesta però di vigilare rigorosamente sulla destinazione dei fondi all’Unrwa, considerando le collusioni di molti suoi dipendenti con Hamas ».
Per Frazer sul Medio Oriente il governo Starmer merita fiducia. «È un avvocato, un pragmatico che evita i trionfalismi e sa fin dove ci si può spingere per raggiungere un’intesa. Per questo penso possa avere un ruolo da protagonista nei negoziati tra israeliani e palestinesi. Londra potrebbe riconquistare un ruolo da mediatore ». Accadrà, aggiunge la giornalista, se il nuovo governo «sarà in grado di riportare il paese tra i grandi. Dopo Brexit, siamo diventati un po’ una barzelletta a livello internazionale. Abbiamo perso credibilità. Starmer è intenzionato a riconquistarla con i fatti e già nelle prime due settimane ha dato segni incoraggianti su questioni interne. La Gran Bretagna ha bisogno di una nuova immagine di sé». E gli ebrei d’Oltremanica hanno bisogno di potersi specchiare in questa immagine serenamente.
Daniel Reichel
(Nell’immagine: Il neo premier britannico Keir Starmer arriva a Downing street con la moglie Victoria – Foto: Sean Aldan Calderbank)