FRANCIA – Gli ebrei fanno quadrato contro l’antisemitismo propal
«Dire no all’antisemitismo è una questione che riguarda tutti i francesi. Venite in massa per difendere i nostri valori comuni». È l’appello dell’istituzione ebraica Crif alla cittadinanza ad aderire all’odierna manifestazione contro l’antisemitismo organizzata a Montpellier. Un’iniziativa per rispondere all’attacco compiuto sabato contro la sinagoga di La Grande-Motte, piccolo comune sul mare a pochi chilometri da Montpellier. «Per miracolo non ci sono state vittime, ma questo attentato rappresenta un punto di svolta per gravità rispetto a quanto abbiamo visto dal 7 ottobre a oggi», ha spiegato a Le Monde il presidente del Crif Yonathan Arfi. «L’intenzione era chiaramente quella di uccidere».
La polizia ha arrestato un algerino di 33 anni ritenuto responsabile dell’attacco. Una telecamera a circuito chiuso della sinagoga lo ha ripreso mentre fuggiva dalla scena con un kefiah in testa e la bandiera palestinese avvolta in vita. «Niente descrive meglio il nuovo antisemitismo che stiamo affrontando, galvanizzato dal 7 ottobre, di quell’immagine», ha commentato Arfi in un’altra intervista a Midi Libre. «La causa palestinese viene usata come pretesto per considerare gli ebrei un bersaglio legittimo».
Elie Korchia, presidente del Consistoire central israélite, altra istituzione ebraica francese, sottolinea «l’assurdità di importare una guerra a 4.000 chilometri di distanza per colpire gli ebrei francesi che vanno in sinagoga in Normandia o nel Languedoc-Roussillon». Il clima nel paese «è diventato nauseante» e per Korchia ad alimentarlo è stata l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Il leader di La France insoumise ha usato il tema palestinese e gli attacchi contro Israele per consolidare il proprio consenso politico. «LFI ha importato il conflitto», ha denunciato sulle pagine di Le Parisien il rabbino capo di Francia Haïm Korsia. Anche il tentativo di Mélenchon di esprimere solidarietà ha dimostrato la sua visione distorta della realtà. «Attacco incendiario alla sinagoga di La Grande-Motte. Un crimine intollerabile. I nostri pensieri sono rivolti ai fedeli e ai credenti che sono stati attaccati. La laicità e la libertà di coscienza sono figlie della libertà di culto. Non dimentichiamolo mai», ha scritto sui social il leader dell’estrema sinistra. «È un pompiere piromane», ha commentato Arfi. «Ha contribuito a questo clima velenoso che mette in pericolo gli ebrei. E poi prova a compatirne la sorte… tra l’altro non degli ebrei, ma semplicemente dei credenti, dei fedeli».
L’attacco a La Grande-Motte ha riaperto il dibattito sulle politiche di contrasto all’antisemitismo. «Abbiamo piani che si susseguono da 20 anni. Dobbiamo modificare il sistema in termini di prevenzione, di repressione e di azioni legali», ha affermato Korchia. «È vero che tra gli ebrei c’è rabbia: le marce, i raduni, i minuti sono importanti. Ma quando ci daremo davvero i mezzi per agire?».