ISRAELE – L’ex ostaggio: «Salviamo i rapiti dall’oscurità di Gaza»

Durante i 326 giorni di prigionia Qaid Farhan Alkadi aveva perso le speranze. Non pensava sarebbe stato liberato, ha raccontato ai media israeliani il fratello Hatem. «Si sente nella sua voce che stenta a credere di essere fuori da Gaza dopo tutto questo tempo». Recuperato dalle forze di sicurezza israeliane in un tunnel di Khan Younis, il 52enne di Rahat, città beduina del Negev, dopo un giorno di ricovero è tornato a casa. Ma al fratello ha affidato un messaggio da diffondere. «Anche se sono fuori, per favore ricordate che ci sono ancora altri prigionieri in quell’oscurità che hanno bisogno di essere salvati». Nelle mani di Hamas ci sono ancora 108 ostaggi, almeno 30 non sono più in vita. «Non importa se sono arabi o ebrei, le loro famiglie li stanno aspettando. Dobbiamo porre fine a questa storia. L’ho anche detto al primo ministro Benjamin Netanyahu», ha dichiarato Alkaid, riabbracciando la madre novantenne. Lei, raccontano i parenti, in questi quasi undici mesi è rimasta attaccata alla radio ogni giorno con la speranza di poter rivedere il figlio. «Quando le abbiamo detto che Qaid era libero non riusciva a crederci». In prigionia il fratello ha perso 20 chili, ha affermato Hatem. Il fatto di essere arabo non ha cambiato la sua condizione. «È stato trattato come gli altri israeliani».
L’attesa è per un sblocco dei negoziati che porti alla liberazione dei rapiti in cambio della tregua a Gaza. La delegazione israeliana è in partenza per il Qatar per ulteriori colloqui, ma c’è ancora molta distanza tra le richieste di Gerusalemme e quelle di Hamas.
Sul campo, invece, Tsahal è impegnata non solo in combattimenti a Gaza, ma anche in un’operazione su vasta scala in Cisgiordania. Iniziata nella notte, la missione si è concentrata su Jenin e Tulkarm, principali centri del terrore nell’area. Secondo i portavoce militari negli scontri sono stati uccisi nove terroristi palestinesi. Tra gli obiettivi dell’operazione, riporta l’emittente N12, c’è la distruzione dei laboratori in cui vengono costruiti esplosivi. In uno di questi è stata creata la bomba che la scorsa settimana è esplosa a Tel Aviv. Solo per caso l’esplosione, avvenuta in anticipo, ha ucciso solamente l’attentatore, senza causare altre vittime.