PARALIMPIADI – A Parigi tornano i Giochi, nel segno di Ludwig Guttmann

«I Giochi sono tornati. Benvenuti di nuovo in Francia». È il saluto del presidente francese Emmanuel Macron nel giorno della cerimonia di apertura dei Giochi paralimpici a Parigi. Dall’Italia a Israele, le 185 delegazioni sono pronte a sfidarsi in 22 discipline diverse. «Gli atleti sono più forti che mai. Abbiamo sedi incredibili vicino a luoghi iconici. L’atmosfera è fantastica. Sono molto emozionato. Credo che questi Giochi saranno i più spettacolari di sempre», ha dichiarato il presidente del Comitato Paralimpico Andrew Parsons in questa vigilia delle paralimpiadi. Per questa edizione – la 17esima – le aspettative di Parsons sono molto alte. «Speriamo in una trasformazione del movimento paralimpico. Questi Giochi devono cambiare le vite di chi partecipa, di chi è sugli spalti a Parigi, di chi le guarda da tutto il mondo».
Già la loro ideazione rappresentò un cambiamento epocale, sulla base delle idee del neurologo tedesco Ludwig Guttmann. Fu lui, costretto a lasciare la Germania nel 1939 a causa delle persecuzioni antisemite, a introdurre negli anni Quaranta lo sport come parte fondamentale di un percorso riabilitativo dei pazienti con lesioni spinali. Fu lui nel 1948 a organizzare la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville con meno di 20 atleti in carrozzina, di cui 4 donne. Un’iniziativa considerata la madre degli attuali Giochi paralimpici.
Quasi 80 anni dopo gli atleti in gara sono 4.400 e arrivano da ogni parte del mondo. Israele si presenta con una delegazione molto eterogenea. «Abbiamo messo insieme una squadra incredibile con atleti meravigliosi, la più rappresentativa che ci possa essere: abbiamo israeliani sabra (nati nel paese), nuovi immigrati, musulmani, drusi, 50% donne e 50% uomini», ha dichiarato a Kan Moshe Matalon, presidente del Comitato paralimpico israeliano. Le possibile contestazioni, non lo preoccupano. «Siamo molto concentrati. È chiaro che ci saranno provocazioni, la gente potrebbe fischiare, ma stiamo preparando i nostri atleti». Ai Giochi di Tokyo Israele aveva vinto ben nove, medaglie. L’auspicio è di ripetersi, «anche se è sempre difficile. I successi in queste competizioni possono sfumare per un soffio», ha sottolineato Matalon.