UNIVERSITÀ – Studenti di medicina sospesi, Ame: “Violato il giuramento di Ippocrate”

A inizio agosto la Federazione internazionale delle associazioni degli studenti di medicina (Ifmsa) ha deciso, a maggioranza dei due terzi, di sospendere per due anni l’associazione che rappresenta gli studenti israeliani. Il provvedimento è stato preso nel corso di un’assemblea a Tampere (Finlandia) e, riportava ynet, veniva definito «una reazione al genocidio condotto da Tel Aviv a Gaza e alla mancanza di valori morali e umanitari». L’azione ha provocato reazioni di condanna in Israele e nel mondo ebraico. «Con sconcerto abbiamo appreso di questa decisione», sottolinea in una nota la presidente dell’Associazione Medica Ebraica italiana (Ame), Rosanna Supino. Ancor più incomprensibile, prosegue Supino, il tentativo dell’Ifmsa in queste ore di giustificare la sospensione. Sul sito della Federazione in queste ore è apparso un comunicato in cui si parla di gravi accuse all’associazione israeliana che comprendono «minacce contro studenti di medicina, molestie e discorsi d’odio» senza dare ulteriori spiegazioni e prove. Poi però si aggiunge che la sospensione non sarebbe «un allontanamento dalla Ifmsa» perché non è un’espulsione.
«In caso di indagine saremmo stati aperti e disponibili a capire se e dove abbiamo sbagliato», ha spiegato a ynet Miri Shvimmer, presidente dell’Associazione degli studenti di medicina di Israele. Ma non c’è stato modo di far sentire la campana israeliana. È stata scelta la strada dell’ostracismo, sottolinea Supino. Quanto accaduto, aggiunge, è «un grave atto di esclusione che viola oltre tutto una delle raccomandazioni, rivolte a tutti i medici, insite nel giuramento di Ippocrate, che invita a «promuovere l’eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario». In un altro passaggio del comunicato dell’Ifmsa si legge che la Federazione «continuerà a sostenere i diritti e il benessere degli studenti di medicina in tutto il mondo, assicurando che la nostra Federazione rimanga un esempio di equità, diversità ed inclusione». Una dichiarazione, replica la presidente Ame, che «suona veramente beffarda. L’Ame ritiene che proprio questi principi siano alla base del comportamento etico dei futuri medici, che non dovrebbero lasciarsi condizionare dalla politica, ma invece lavorare insieme per il benessere delle società in cui vivono».