ISRAELE – Sondaggio: Solo il 21% crede a tregua e ostaggi liberi a breve
C’è un forte pessimismo nella società israeliana riguardo alla possiblità che venga presto raggiunto un accordo per la liberazione degli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza. Lo rivela l’ultima indagine dello Israel Democracy Institute, centro indipendente di ricerca con sede a Gerusalemme, citata da vari organi di informazione. Tra le 600 persone ascoltate, tutte maggiorenni, solo il 21% ha espresso ottimismo, pessimista il 73,5% del campione.
Una delle domande del sondaggio, realizzato alcuni giorni prima del ritrovamento dei sei ostaggi trucidati a sangue freddo in un tunnel sotto Rafah, verteva sul controllo israeliano del Corridoio Filadelfia, la lingua di terra tra Egitto e Striscia di Gaza. Un’opzione dalla quale il premier Benjamin Netanyahu non sembra avere alcuna intenzione di recedere: ne parlerà di nuovo stasera, in una conferenza stampa in inglese. Il 51% degli intervistati si è detto d’accordo sul fatto che la linea del governo sia «in gran parte basata su considerazioni militari e strategiche». Il 39% invece ritiene «sia in gran parte volta a impedire il raggiungimento di un accordo, per ragioni politiche» di interesse del primo ministro.
Le cronache odierne registrano intanto un nuovo massiccio lancio di missili da parte di Hezbollah, contro le città e i villaggi del nord d’Israele. Danni a Kiryat Shmona, dove un razzo ha colpito una casa e dove si sono registrati alcuni incendi.
Uriel Buso, il ministro della Salute, ha lanciato oggi un nuovo allarme: Israele, ha detto in una conferenza a Tel Aviv, «è nel mezzo della peggiore crisi di salute mentale mai vista». Per questo «è molto importante concentrarsi su azioni che creino resilienza», compiendo passi significativi «per rendere il sistema meno gravato da deficit e più stabile, con certezza finanziaria e capacità di investire ovunque sia necessario».