PISA – Leggi razziste, a San Rossore il ricordo della firma
Gli presentarono il provvedimento e lui lo avallò senza colpo ferire, senza scrupoli né resistenze. Fu così, con quell’atto disinvolto, che Vittorio Emanuele III macchiò per sempre il nome di casa Savoia. Ma soprattutto condannò i cittadini ebrei italiani alla persecuzione, prima dei diritti e poi della vite. Iniziava il 5 settembre del 1938, dalla tenuta di San Rossore a Pisa, l’infamia delle leggi razziste. Firmate prima dal re d’Italia in quel luogo di villeggiatura e poi annunciate da Benito Mussolini, in una festante piazza Unità a Trieste, il 18 dello stesso mese.
Ottantasei anni dopo non si è persa l’esigenza di fare memoria. Di quella firma, di quell’atto e delle sue conseguenze. «Nella rievocazione che faremo c’è una lezione per il nostro presente», sottolinea Andrea Gottfried, presidente della Comunità ebraica pisana da poco meno di un anno. Giovedì Gottfried partecipa per la prima volta in questa veste alle iniziative istituzionali in programma per l’anniversario, con partenza dalla sinagoga di via Palestro e varie tappe nel corso della giornata. Nell’occasione, annuncia, il presidente degli ebrei pisani rivolgerà un appello «alla responsabilità che ci deriva da questi eventi: non cedere mai all’odio, al rancore, all’intolleranza; a questo dobbiamo ispirarci nella nostra lotta quotidiana contro ogni forma di discriminazione». A partire dall’antisemitismo, «che sta diventando quasi sentimento popolare», rileva con amarezza Gottfried.
Pisa è stata spesso nelle cronache negli scorsi mesi, con iniziative in cui più volte sono state pronunciate parole di odio e delegittimazione nei confronti di Israele e, di riflesso, del mondo ebraico. Finita la pausa estiva, con il ritorno a una “normalità” che potrebbe presto presentare nuove sfide e insidie, Gottfried auspica «una maggiore equidistanza sulle problematiche a livello internazionale, con un conseguente abbassamento dei toni, perché con certe parole si fomentano soltanto odio e intolleranza». Si avvicina in questo senso un altro anniversario: il 7 ottobre. La Comunità ebraica di Pisa, dichiara il suo presidente, «lo vivrà in forma privata, all’interno degli spazi comunitari, non grideremo il nostro dolore in piazza».
Intanto la giornata di domani. Dopo la partenza dalla sinagoga saranno deposte alcune corone d’alloro. In via Sant’Andrea, dove l’allora presidente della Comunità ebraica Pardo Roques e altri cittadini pisani (ebrei e non) furono trucidati dai nazifascisti, al cimitero monumentale ebraico in largo Cocco Griffi e infine a San Rossore, presso le Cascine Vecchie. Nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna la storica Liliana Picciotto parlerà poi del contributo ebraico alla Resistenza, mentre il suo collega Gianluca Fantoni del ruolo svolto nella Liberazione dalla Brigata Ebraica.
a.s.