PISA – La lezione di Picciotto, tra Resistenza e 7 ottobre

Furono circa duemila gli ebrei italiani impegnati nella Resistenza e nella guerra di Liberazione dal nazifascismo. Di oltre 700 di loro la storica Liliana Picciotto ha finora ricostruito il contributo in un progetto in corso d’opera per la Fondazione Cdec di Milano. Ne darà conto stasera a Pisa, nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, nel giorno in cui la città ricorda l’86esimo anniversario dalla firma del Regio decreto che sancì l’entrata in vigore delle leggi razziste. Era il 5 settembre, l’anno era il 1938, il luogo la tenuta di San Rossore.
Nel tracciare le biografie dei resistenti ebrei, Picciotto racconterà alcune vicende relative a «personaggi prominenti e soprattutto consapevoli: sapevano in genere molto bene quello che stavano facendo e avevano alle spalle una motivazione civica e morale», anticipa a Pagine Ebraiche. La prima parte della sua lezione di trenta minuti sarà però dedicata a un altro anniversario. «Partirò con il 7 ottobre, riflettendo su cosa abbia significato quel massacro, perché una violenza simile non la si vedeva da anni», afferma la studiosa, nominata lo scorso anno Cavaliera dell’Ordine al merito della Repubblica e Commendatrice. Sarà anche un’occasione per parlare della realtà multiculturale di Israele e del suo essere uno Stato di diritto, l’unico del Medio Oriente. «Spiegherò ad esempio come e perché Israele è una democrazia parlamentare, con partiti arabi e un giudice arabo alla Corte Suprema», sottolinea Picciotto. La storica parlerà poi dei possibili effetti di un boicottaggio scientifico contro Israele, uno dei temi della protesta studentesca che ha attecchito tra tante città anche a Pisa. Interrompere le relazioni con l’accademia israeliana significherebbe rinunciare «a tante scoperte che hanno migliorato la nostra vita, dalle tecnologie alla cura dei tumori», ricorda. C’è bisogna di guardarsi in faccia «con franchezza», dirà ancora Picciotto, perché «la tutela della sicurezza dello Stato d’Israele non ha meno valore del riconoscimento di uno Stato palestinese».