PAGINE EBRAICHE – In arrivo il numero di settembre

Cartoline di speranza. Zeev Engelmayer, illustratore israeliano noto come Shoshke, ci lavora ogni giorno varie ore. Ritraggono gli ostaggi israeliani prigionieri a Gaza e tappezzano pubblicazioni e social, portando colore nel buio e nell’angoscia di questi mesi. «Non so se sia una missione, ma sentire le famiglie ringraziarmi, definire i miei disegni come un conforto dà un significato a quello che faccio. Mi dà l’impulso a continuare», dichiara l’artista a Pagine Ebraiche.
La sua è la storia di prima pagina del numero del giornale dell’ebraismo italiano di settembre, in arrivo nelle case mentre si avvicina la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 15 settembre. Il tema sarà quest’anno la famiglia, con Torino città capofila per l’Italia. Vari contenuti del mensile sono dedicati a questo nuovo incontro tra mondo ebraico e cittadinanza, all’ombra di sinagoghe e spazi comunitari.
«Torino capofila, 600 anni di orgoglio», spiega il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni, ricordando che data al 1424 il primo insediamento riconosciuto sulle rive del Po e da allora sono passati «sei secoli di ininterrotta presenza» tra gli alti e bassi della storia. Spazio nello stesso contesto anche ad alcune anticipazioni dai programmi locali, dall’inaugurazione della nuova Biblio-ludoteca del Pitigliani a Roma alla proiezione a Venezia del documentario Fioretta, che racconta il viaggio alla ricerca delle proprie radici intrapreso in Laguna dall’avvocato Randy Schoenberg. Alla famiglia è dedicato anche il nuovo spettacolo Di tantse mishpokhe dell’eclettica regista Miriam Camerini. Partendo dai testi della Tradizione, lo spettacolo propone una riflessione sul significato «dell’istituzione più complessa, multiforme, flessibile e longeva dell’umanità».
Pagine Ebraiche di settembre non dimentica l’attualità di Israele raccontando chi sono i drusi, orgogliosa e talvolta misteriosa comunità ferita in estate dalla strage di ragazzini compiuta da Hezbollah nel villaggio di Majdal Shamas. In Israele i drusi vivono sia in Galilea che nel Golan, con differenze a volte profonde nel modo in cui declinano la propria identità. Il 7 ottobre resta intanto un «trauma che non passa» nella società israeliana, come si evince dalla testimonianza di alcuni ebrei italiani.
Un segno di speranza arriva dalla Germania: a breve dovrebbero partire i lavori per la costruzione di una sinagoga nel cuore di Berlino, ricostituendo un Beth haKnesset dove ne sorgeva uno distrutto dai nazisti nella Kristallnacht.
L’Occidente riconcili «politica, etica e cultura», chiede l’architetto David Palterer. Mentre Paolo Curiel, da Washington, scrive sulla «unicità dell’antisemitismo».
E il pianista Francesco Lotoro si sofferma sull’esigenza di mettere in salvo «nello spazio» l’immenso patrimonio musicale di millenni di storia ebraica.
Restando in ambito culturale a fine settembre si terra a Ferrara, a cura del Meis, una nuova edizione della Festa del libro ebraico. Amedeo Spagnoletto, il direttore del museo, spiega perché è stato scelto il “Novecento” come filo conduttore degli eventi, con un omaggio a Franz Kafka nel centenario della morte.
Nelle pagine del giornale dedicate ai libri, tra le nuove proposte c’è l’autobiografia del rav Elio Toaff tradotta in ebraico su impulso dello Yad Vashem e un volume di Massimo Giuliani sul musar, corrispettivo ebraico della paideia greca, anche se il termine non è traducibile «in un modo univoco», avverte l’autore.
Il mensile di settembre riserva poi un approfondimento ai timori dei docenti israeliani «tra guerra e fuga dei cervelli», espone alcune curiosità legate alla storia del servizio ferroviario nazionale sin dai tempi ottomani e propone una ricetta per Rosh haShanah, il capodanno ebraico, della chef Silvia Nacamulli. La solennità è quindi oggetto di una riflessione («La forza dell’attitudine») del rabbino Alberto Somekh.
In risalto anche le nuove frontiere della tecnologia: fa parlare di sé il dispositivo Friend, un prodotto dell’Intelligenza Artificiale che «punta dritto al cuore di una paura profondamente umana: la solitudine». Occhio però a non esagerare, dimenticando che di un “amico” immaginario si trattata. Nell’area Media è invece presentato Pack one bag, il nuovo podcast di David Modigliani, nipote dell’illustre economista Franco che fuggì dall’Italia negli Usa nel 1939 e vinse poi il Nobel.
Nella pagina di Sport l’attenzione è tutta su una “Love Story” riaccesasi alle Olimpiadi di Parigi: quella, sorprendente, tra gli ebrei e la scherma.