SHIRIM – Elul, di Ariel Viterbo

Elul

Nellʼeventualità
che Ti ricordassi
di me
in questi giorni
secchi e sciupati
senza la forza
e lʼora
di cercarTi
nei campi
non mandarmi un vocale
basterà una saetta.

Questi splendidi versi, inediti, appartengono al poeta Ariel Viterbo.
Là dove a Nisan il suo sguardo aveva incontrato gli anemoni colore del sangue, si srotolano, in Elul, biondi fasci di sterpi. A Tekoa, a un passo dal deserto.
I campi ristanno satolli, ricolmi d’erbe sfinite, di frutti maturi prossimi alla marcescenza.
Il sapore zuccherino della stagione spolpata s’infonde nell’uva dolcissima, danza sulla lingua nei mattini colore del miele. Alte scille costellano i prati, gravano nei pendii riarsi, presagendo, quasi mistiche fiamme, il varco che svelerà la via.
La resa dei conti non è lontana, prossimo è il Capodanno di ogni creatura terrestre. Sarà il tempo della melagrana aperta, dei semi propizi, del nettare vermiglio.
Attendere nei vividi solchi indulgenti, nel silenzio vibrante e stupito del finire dell’anno. Incontrare la terra e il cielo colore del vino.
I campi adombrano inumani segni.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno