CALCIO – Stasera Israele-Italia: Spalletti predica attenzione, Peretz punta a «un po’ di felicità»

Stando ai pronostici, non ci dovrebbe essere partita. Una voragine tecnica separa nel calcio Israele e Italia e gli azzurri sono anche reduci da un sorprendente 3 a 1 all’esordio in casa della Francia, che ha riportato un po’ d’entusiasmo a un ambiente depresso dal tracollo estivo agli Europei.
Ma sul rettangolo verde non scendono i pronostici, come diceva qualcuno la palla è rotonda e quindi la sfida di questa sera tra le due nazionali nel campo neutro di Budapest, valevole per il secondo turno del girone B di Nations League, può rappresentare a tutti gli effetti «una trappola». Così l’ha definita in conferenza stampa il ct italiano Luciano Spalletti, invitando a non sottovalutare la compagine israeliana non solo perché ha pur sempre dei giocatori di qualità, specie i giovani Manor Solomon, Oscar Gloukh e Anan Khalaili, ma anche perché a suo dire metterà «il doppio della voglia» per via del particolare momento storico in cui è immersa. Spalletti l’ha definito «il loro problema sociale».
Avrebbe dovuto essere la prima partita casalinga del girone per Israele. «Ci manca molto giocare davanti al pubblico israeliano», ha ammesso l’allenatore Ran Ben Shimon nell’altra conferenza stampa della vigilia, rammaricandosi per «aver perso l’occasione di una festa sportiva» senza forse precedenti per il movimento calcistico locale visto l’inserimento in un raggruppamento ad altissima qualità che comprende, oltre a Francia e Italia, anche il Belgio vittorioso al debutto con Israele con il risultato di 3 a 1. Sedeva accanto all’allenatore il centrocampista Dor Peretz, in forza in passato al Venezia, che ha definito prioritario, piuttosto che l’aspetto agonistico, il bisogno di «dare un po’ di felicità» al paese. Peretz ha aggiunto che «dal 7 ottobre dello scorso anno indossare la maglia di Israele vuol dire qualcosa di più del semplice calcio».

(Nelle immagini: gli allenatori Spalletti e Ben Shimon)