CALCIO – Ultrà contro Israele e in campo segna l’arabo Abu Fani
Dal campo di gioco non poteva arrivare risposta migliore all’iniziativa degli ultrà italiani di voltare le spalle durante l’esecuzione dell’inno d’Israele, un gesto antisportivo applaudito fra gli altri dall’ex parlamentare grillino Alessandro Di Battista che su Facebook ha scritto: «Israele pratica l’apartheid».
A segnare il goal della bandiera per la squadra di Israele, sconfitta nel secondo turno di Nations League dall’Italia per 2 a 1, è stato in extremis il centrocampista Mohammad Abu Fani, nato nella cittadina araba di Kafr Qara a sud di Haifa, al suo primo goal in nazionale. Abu Fani è una delle colonne della squadra allenata da Ran Ben Shimon. Una compagine infarcita di calciatori arabi e non da oggi. Tra quelli scesi in campo ieri il centrocampista difensivo Mahmoud Jaber, il centrocampista offensivo Ramzi Safuri e soprattutto l’attaccante Anan Khalaili, talento in rampa di lancio, già in goal contro la Fiorentina nella passata edizione della Conference League (quando vestiva la maglia del Maccabi Haifa, oggi gioca in Belgio nello Union Saint-Gilloise).
Poche settimane dopo il 7 ottobre Abu Fani fu protagonista di uno sfogo che generò dibattito, sostenendo che fosse ingiusto chiedere ai cittadini arabi di «condannare» l’accaduto come «se ne fossimo responsabili». Una richiesta «inaccettabile», scrisse il calciatore, cresciuto nel Maccabi Haifa e oggi al Ferencvaros, in un post su Instagram. In campo al suo fianco c’era ieri Sagiv Jehezkel, ex stella dell’Antalyaspor, arrestato in gennaio dalla polizia turca per aver mostrato, dopo un goal, un messaggio di solidarietà alle vittime del 7 ottobre e agli ostaggi trattenuti da Hamas a Gaza.
(Foto: Israel Football Association)
a.s.