LA POLEMICA – Il Jewish Bus, una fesseria

A Londra è stata creata la linea di autobus n° 310, che evita il trasbordo degli ebrei vestiti in modo riconoscibile, presso una fermata in cui erano stati oggetto di attacchi di vario tipo. Erano state le stesse comunità ebraiche locali a chiederne la creazione, ma sarebbe da domandarsi se non vi sia un qualche pur difficoltoso collegamento con una delle eterogenesi dei fini derivata dai ghetti, che consisteva nella protezione degli ebrei dalle aggressioni. Non serve una grande immaginazione per risalire anche alla segregazione degli afroamericani nei trasporti del sud degli Stati Uniti. Insomma, i rinvii sono tanti, e potrebbero, con un poco di fantasia, escogitarsene tanti altri. Sta di fatto che fra mille ragionamenti, non è stato fatto quello più semplice, spaziando al riguardo dal Rasoio di Occam al Rasoio di Hanlon. Come se a un individuo assetato pensassero di somministrare una flebo anziché porgergli un bicchiere d’acqua. Ma allora c’è la base per pensare male: non era più semplice che della fermata in cui si aggredivano gli ebrei si fossero occupate la magistratura e le forze dell’ordine? Perché non lo hanno fatto? La prima risposta che viene in mente sarebbe che se le aggressioni hanno base etnica o religiosa, le autorità non desiderino più occuparsene perché non vogliono rogne, eppure sono pagate per farlo. Oppure peggio: vuoi vedere che dubitano dell’illiceità delle condotte riconducibili, magari anche in modo inconscio, al terzomondismo? Forse la cultura dominante si basa adesso sull’assunto delle eterne colpe dell’Occidente, anche se le tre religioni monoteiste sono orientali? Certo, il tutto è molto irrazionale, ma una persona intelligente dovrebbe inorridire dinanzi alla prospettiva, ormai diventata realtà, dell’autobus per ebrei. Tutto questo mi ricorda il cane immenso di una mia amica, che si nascondeva dietro un arbusto, credendo di non essere visto perché i suoi occhi erano coperti, mentre il suo grande corpo giganteggiava ai nostri occhi. Non voler vedere, in linguaggio psicoanalitico, si chiama ‘rimozione’ ma, nel linguaggio volgare, si chiama fesseria: vogliamo evitarlo?

Emanuele Calò