GECE – Rav Arbib: «Ebrei fra le nazioni o no?»
Gli ebrei fanno ancora parte della famiglia delle nazioni? È l’interrogativo con cui rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, nella sinagoga di via Guastalla si è rivolto al pubblico della 25esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Domenica mattina nel tempio si è celebrato un evento felice: un matrimonio. Per questo il rav ha parlato sotto una chuppah, il baldacchino matrimoniale della tradizione ebraica. «In una giornata dedicata alla famiglia è una coincidenza felice e di buon augurio», afferma il presidente della Comunità, Walker Meghnagi. Ma il suo messaggio, come quello di Arbib e del vicepresidente Ucei Milo Hasbani è amaro. «Oggi più che mai è importante celebrare la cultura ebraica, senza dimenticare che la nostra è una famiglia ferita dal 7 ottobre», ha affermato Meghnagi. Una ferita che tra un mese, a un anno di distanza dai massacri di Hamas, verrà ricordata in Israele e in tutto il mondo ebraico. «A voi, ai media, alle istituzioni chiediamo ancora una volta di ricordare l’origine di questa guerra, di ricordare la verità: tutto è iniziato con i crimini di Hamas», sottolinea Hasbani. Un appello alla solidarietà raccolto dalla presidente del Consiglio comunale di Milano, Elena Buscemi. «Questa giornata non è solo un’occasione di studio, ma anche un momento per ricordare come il 7 ottobre abbia gettato nel vuoto, nella disperazione, nel dolore migliaia di famiglie. Per riconoscere il coraggio di questi parenti che continuano a farsi sentire e manifestare».
Proprio l’eccidio compiuto dai terroristi palestinesi ha riportato d’attualità l’interrogativo di Arbib. Il rav si è soffermato sul significato per l’ebraismo di essere diverso e allo stesso parte integrante della famiglie delle nazioni. Il punto di partenza sono le parole che Dio rivolge ad Abramo «Vai verso di te (lekh lekhà)». E subito dopo: «In te saranno benedette tutte le famiglie della terra». Il primo è «un ordine ad Abramo a separarsi dalla propria famiglia, tradizione, cultura, terra», ha spiegato il rabbino capo. Con una separazione, aggiunge, «ha quindi inizio la storia ebraica». Una particolarità coltivata e difesa nel corso dei secoli dall’ebraismo. Una differenza, ha sottolineato il rav, che permette di dare seguito alla seconda parte del dettato di Dio ad Abramo, la benedizione. «Solo consapevoli della nostra identità, della nostra differenza possiamo essere utili al mondo. Come diceva rav Jonathan Sacks, bisogna prima separarsi per poi potersi unire».
La separazione però nella storia ebraica non è stata solo volontaria. Anzi. Secoli di antisemitismo hanno segnato con violenza e dolore la vita di milioni di ebrei. «Alcuni elementi si sono riprodotti nel tempo: l’accusa di essere vendicativi, di complottare contro il mondo, di non essere mai uguali agli altri, di non avere empatia». Elementi di un odio antico, ha ricordato il rav, oggi ritornati d’attualità nell’ondata di antisemitismo post 7 ottobre. «Più volte ci siamo illusi che il pregiudizio fosse stato sconfitto. È un errore che non dobbiamo commettere ancora».
A chiudere la domenica in sinagoga, un dialogo sulla famiglia Rothschild con lo storico ed economista britannico Niall Ferguson, la lezione di rav Roberto Colombo sul rispetto coniugale e il racconto di come si è evoluto oggi lo shidduch, il sistema ebraico per far incontrare e sposare le coppie.
Il programma della Gece milanese prosegue lunedì con l’appuntamento organizzato dalla Fondazione Cdec al Memoriale della Shoah (ore 18.00) e intitolato “Scene di famiglia: la vita e i luoghi attraverso i filmati privati”. Nel corso della serata, il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala, responsabile dell’archivio fotografico, presenteranno una selezione di pellicole raccolte grazie al progetto “Mi ricordo – Raccolta nazionale di film di famiglia”, una campagna nazionale di raccolta, digitalizzazione e catalogazione dei filmati conservati dalle famiglie ebraiche italiane, avviata nel 2019 dalla Fondazione CDEC in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinema Impresa.