ISRAELE – Fine corsa per Gallant?
Da oltre un anno il rapporto tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant, si è incrinato. Presto potrebbe arrivare al capitolo finale. Secondo i media israeliani Netanyahu si sta preparando a licenziare il suo ministro. Una strada già percorsa nel marzo 2023, quando il premier aveva annunciato la scelta di sostituire Gallant, reo di aver criticato la riforma giudiziaria promossa dal governo. Allora le proteste di piazza avevano portato Netanyahu a un passo indietro. Oggi, dopo undici mesi di guerra, il rimpasto potrebbe concretizzarsi. Il premier avrebbe aperto la porta all’ex avversario Gideon Saar, a lungo considerato suo delfino fino alla rottura tra i due nel 2020. L’emittente Kan, citando fonti governative, riporta di una trattativa per nominare Saar nuovo ministro della Difesa. I due entourage negano. Nessuno invece confuta l’esistenza di una frattura tra Netanyahu e Gallant. Le tensioni tra i due avrebbero raggiunto il culmine sulla questione dell’azione militare contro Hezbollah in Libano. Secondo l’ufficio del premier, racconta ynet, Gallant sarebbe contrario a una larga offensiva sul fronte settentrionale e per questo il premier vorrebbe licenziarlo. Un esito caldamente sostenuto dal ministro della Pubblica sicurezza Itamar Ben Gvir. «Bisogna farlo immediatamente. Abbiamo bisogno di una decisione sul nord e Gallant non è la persona giusta per prenderla», ha sostenuto Ben Gvir, fortemente criticato da Gallant in questi mesi per alcune sue uscite.
Contro la sostituzione di Gallant con Saar si è espresso il Forum delle famiglie degli ostaggi, soprattutto perché il secondo ha dichiarato di essere contrario a ogni accordo con Hamas per il rilascio dei rapiti. «La nomina di Saar costituirà una chiara e inequivocabile ammissione da parte del primo ministro di aver deciso di abbandonare gli ostaggi», ha dichiarato il Forum. I rapiti in mano ai terroristi sono ancora 101, di cui, secondo l’esercito, 35 non sono più in vita.