7 OTTOBRE – Il riservista Mulla racconta la sua guerra a Gaza
«L’attacco contro il mio battaglione è sempre nei miei pensieri. Ho perso un amico quel giorno, diversi miei soldati sono rimasti feriti. Io stesso sono stato ferito in modo grave e la mia vita è cambiata per sempre. Non mi guardo indietro per autocommiserarmi, ma per ricordarmi che sono vivo e posso ancora dare il mio contributo», racconta a Pagine Ebraiche Maayan Mulla, riservista dell’esercito israeliano, ferito lo scorso 12 dicembre a Gaza. «Era la sesta sera di Hanukkah. I terroristi di Hamas ci hanno teso un’imboscata, attaccandoci con un lanciarazzi». Mulla ricorda l’esplosione e la palla di fuoco che lo ha investito. Ospite della Comunità ebraica di Milano, racconterà questa sera la sua esperienza.
Con l’adrenalina in corpo e ignaro dell’entità delle sue ferite, subito dopo l’attacco era riuscito a fatica a dare assistenza a un commilitone ferito. «Sono riuscito a raggiungerlo strisciando vicino a lui. Per 30 secondi ho risposto al fuoco nemico da solo. Non potevo usare la mia radio perché era danneggiata». Quando una squadra di soccorso è riuscita a raggiungere Mulla, il team medico si è accorto dell’entità delle sue ferite: aveva oltre 100 pezzi di schegge conficcate nel corpo. «Sono stato portato d’urgenza con l’elicottero in ospedale. Ho subito un danno neurologico e per mesi sono rimasto in ospedale». Quando è stato dimesso ha deciso di raccontare la propria esperienza in Israele e all’estero. «Penso sia importante far capire quanto in questo momento il popolo ebraico debba rimanere unito. Il conflitto in corso non è solo una guerra d’Israele, ma è una guerra del mondo ebraico per difendere il suo diritto ad avere un paese sicuro. Io da otto anni vivo in India, ma il 7 ottobre sono tornato subito per dare il mio contributo nella lotta al terrorismo».