GECE – Nuovi incontri a Palermo, tra famiglia e Cabala
Sale piene a iniziative a tema ebraico a Palermo non sono una novità. Una “tradizione” confermata domenica scorsa, nell’occasione della Giornata europea della cultura ebraica, con il salone dell’archivio storico comunale gremito di persone accorse ad ascoltare storie di famiglia nel contesto biblico, ma anche in quello regionale, prima e dopo la cacciata decretata dai reali di Spagna alla fine del Quattrocento.
«Temevamo un afflusso minore del solito, per via del momento storico. E invece la risposta è stata anche stavolta più che incoraggiante. C’erano le istituzioni, sia civiche che religiose. E c’erano tanti comuni cittadini», racconta Luciana Pepi, referente della Sezione palermitana della Comunità ebraica di Napoli, che ha coordinato e moderato la Giornata nel capoluogo, intervenendo poi anche a un incontro a Marsala.
Il lavoro sul territorio, sotto l’egida del Progetto Meridione coordinato dal vicepresidente Ucei Giulio Disegni, non si limita però alla Giornata. «Cerchiamo sempre di proporre nuovi spunti e idee, diffondendo conoscenza anche attraverso realtà come l’Istituto Siciliano di Studi Ebraici. È importante agire a più livelli, offrendo stimoli costanti al territorio», sottolinea Pepi, che insegna lingua e cultura ebraica e storia del pensiero ebraico all’Università di Palermo ed è anche coinvolta nelle attività dell’Officina di Studi Medievali, tra le organizzazioni partner della Giornata. L’istituto riunisce proprio in questi giorni studiosi, ricercatori ed esperti provenienti da tutta Europa e da Israele per esplorare le tradizioni degli Arbores Cabbalisticae, rappresentazioni grafiche del mondo divino nella tradizione mistica ebraica. A livello di Sezione ebraica, la sfida è invece quella di tenere insieme un ebraismo piccolo ma “vivo”, riconosciuto anche dalla collettività come elemento arricchente e imprescindibile del tessuto sociale. Come nel caso di Chanukkah, la festa ebraica della luce, «che celebriamo ogni anno a Palazzo Steri» con alcune accensioni pubbliche. Cerimonie doppiamente significative, luce che squarcia il buio, visto che tra quelle pareti un tempo dimorava l’Inquisizione.