PARMA – Barbareschi-Moretti, un dialogo sull’identità ebraica

Non faceva parte del programma della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ma l’intervento di Luca Barbareschi ieri ospite del Parma Music Film Festival ha rappresentato una sorta di «ideale estensione» alla GECE.
Così la definisce Riccardo Joshua Moretti, nella doppia veste di presidente della Comunità ebraica cittadina e al tempo stesso di direttore artistico del festival in questione. Della ricca settimana di iniziative in corso il dialogo con Barbareschi era uno degli eventi più attesi, preludio alla proiezione del film The penitent (2023) prodotto, diretto e interpretato dallo stesso Barbareschi. Il poliedrico attore veste qui i panni dello psichiatra ebreo David Hirsch, alle prese con una notorietà indesiderata dopo che un suo paziente ha compiuto una strage. Ad imporsi tra tanti, nella trasposizione sul grande schermo della sceneggiatura scritta dal premio Pulitzer David Manet, il tema dell’identità ebraica.
Qualcosa di assai “familiare” anche a Barbareschi: durante la conversazione con Moretti e con l’ideatrice del festival Eddy Lovaglio, l’attore ha parlato tra i vari argomenti di “ebraicità” e di lotta all’antisemitismo. Un antisemitismo spesso sotto i riflettori, immediatamente riconoscibile come tale, ma talvolta «più sottile, un po’ come ai tempi dell’Affaire Dreyfus», ha dichiarato. È una vicenda che Barbareschi conosce molto bene anche in qualità di produttore de L’ufficiale e la spia, film del 2019 diretto da Roman Polański e tratto dall’omonimo libro di Robert Harris. Al centro della trama le indagini svolte dal tenente colonnello Georges Picquart per far scagionare Dreyfus dall’infamante accusa di tradimento. Theodor Herzl intanto prendeva appunti. Ma questa è un’altra storia e chissà che non diventi anch’essa una pellicola di successo.

a.s.